L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla baby criminalità a Mondello.
Venerdì scorso ad avere la peggio è stato un trentenne della borgata che ha “osato” rimproverare due ragazzini che si divertivano a disturbare i passanti sul belvedere Ferruccio Barbera del lungomare di Mondello. Dopo il richiamo sono andati via per tornare con i rinforzi. L’hanno picchiato e colpito più volte su tutto il corpo tanto che è stato necessario l’intervento dei sanitari del 118. E non era certo la prima volta. Spesso le bande di ragazzini si im- padroniscono della borgata, soprattutto la sera, e fanno ciò che vogliono, proprio come accade nella vicina Sferracavallo con i residenti e i commercianti che hanno lanciato ripetuti Sos all’amministrazione comunale e alle forze dell’ordine, dopo le frequenti risse a sprangate dei fine settimana.
Adesso a lanciare l’allarme sono anche i residenti di Mondello. «Si scatenano con le biciclette elettriche — racconta Vincenzo Raccampo, consigliere della settima circoscrizione — Si impadroniscono del territorio, soprattutto nel fine settimana, e fanno ciò che vogliono tanto non c’è controllo. E si deve avere paura perché se intervieni, se li richiami all’ordine, rischi grosso come è successo a chi ha rimproverato i comportamenti scorretti venerdì scorso».
Il Consiglio della settima circoscrizione ha chiesto servizi ad “alto impatto” delle forze dell’ordine e anche una postazione fissa dei vigili urbani «Mondello è terra di nessuno — continua Raccampo — Questi ragazzini arrivano dai quartieri vicini e si divertono dando fastidio o facendo paura agli altri». Per Alessandro Cilano, gestore del lido “L’ombelico del mondo” la questione è proprio “il controllo del territorio” è “l’impunità” dei ragazzini. «Ho visto con i miei occhi poliziotti e carabinieri inermi di fronte alle provocazioni di questi minorenni — racconta Cilano — Provocano le forze dell’ordine sperando che reagiscano pronti a filmare l’eventuale reazione con i telefonini. L’unico rimedio è far pagare ai genitori i danni dei loro figli, perché altrimenti quello che continueremo a vivere è soltanto un grande senso di impotenza».