L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla gara di oggi del Palermo contro il Monterosi e sul ritorno al “Barbera” di Silvio Baldini.
Era una domenica di pioggia intensa quando l’uragano Bogdani si abbatté sul “Barbera” con una doppietta. Quella contro la Salernitana fu la terza sconfitta in quattro partite per il Palermo: una crisi che toccò l’apice con Silvio Baldini che tuonò nel post- partita contro Maurizio Zamparini e si concluse con l’esonero del tecnico. Diciotto anni e cinque giorni dopo il protagonista, per il quale il tempo non sembra passato, torna in quello stadio e di nuovo in veste di allenatore rosanero alle 17,30 contro il Monterosi: quali sono le sue sensazioni? «Sarà bello dopo tutti questi anni – esordisce Baldini – Ho sempre sperato in questo momento: quando tornavo qui e salivo a Monte Pellegrino pensavo di meritare un’altra chance. Se uno ha fede alla fine può essere ricompensato e questo lo considero un premio alla mia vita. Io non voglio essere considerato un professore ma piuttosto un tifoso che ha la possibilità di allenare la propria squadra. Spero di non scoraggiarmi o esaltarmi in base ai momenti e di restare sempre me stesso, cercando di trasmettere alla squadra la mia professionalità e fargli capire che rappresentiamo una città con una propria cultura, anche calcistica. Se questa gente un giorno ci batterà le mani, vorrà dire che avremo realizzato un sogno».
Per l’allenatore sarà un altro esordio casalingo dopo tanto tempo, mentre il secondo debutto è già arrivato lunedì scorso a Catanzaro. Un buon punto in un campo difficile che ha permesso al Palermo di restare davanti ai calabresi in classifica ma che è stata anche la quarta gara senza vincere e segnare. Con il Monterosi servono solo i tre punti: « Ma questa sarà un’altra partita – sottolinea Baldini – È chiaro che quando non si vince è sempre un’occasione persa ma abbiamo fatto una grossa prestazione dopo una sola settimana di lavoro e in trasferta, dove il Palermo ha mostrato delle lacune. Dobbiamo ripartire da lì, cercando di migliorare nel fraseggio per poter arrivare al tiro con più incisività, perché nel calcio vince chi fa gol».