Repubblica: “Antonio Cascio: «Presto in libertà ma condizionata»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta un’intervista al primario di Malattie infettive al Policlinico di Palermo.
«Per i vaccinati i colori non servono più, certo tornare in giallo per la Sicilia è positivo ma è chiaro che si va a un progressivo allentamento delle misure. Che non significa rinunciare al Green Pass o allentare l’attenzione al controllo delle varianti. Secondo me il peggio è passato ma il Covid-19 continuerà a circolare e bisogna fare attenzione». È ottimista ma prudente Antonio Cascio, primario di Malattie Infettive al Policlinico di Palermo che indica quali tappe compiere nell’Isola per tornare il più possibile alla normalità.
Obbligo di mascherine all’aperto e chiusura delle discoteche sono state prorogate fino al 10 febbraio, in Sicilia i casi sono in calo. Adesso cosa succede? «Le mascherine all’aperto ormai hanno poco senso se non per i soggetti fragili e i non vaccinati che qui da noi purtroppo sono in un numero leggermente maggiore che in altre regioni. Per i fragili proteggono non solo dal Covid ma anche dall’influenza che per chi ha basse difese immunitarie può avere ugualmente conseguenze serie. Per tutti rimane la necessità di usarle in luoghi affollati e con poco ricambio d’aria».
Adesso che ci siamo abituati potremmo usarle se abbiamo l’influenza o un raffreddore? «Fa parte di un “galateo” del rispetto della salute di tutti che forse qui in Sicilia è poco diffuso. Abbiamo spesso ironizzato sull’uso della mascherina nei Paesi asiatici mentre dovremmo avere imparato che avevano ragione».
E a scuola dove l’Isola ha vissuto settimane difficili serve tenerla? «Sono per la scuola senza mascherina per i bimbi e i ragazzi vaccinati, un bimbo sano e vaccinato se si contagia acquisisce nuove difese, il virus fa da booster».
Andiamo verso la primavera, anche verso la libertà? «Ricordiamoci che la partita non è chiusa. La buona stagione da noi è alle porte ma da altre parti del mondo potrebbero arrivare nuove varianti. Fino a quando sono più contagiose ma più “buone” come Omicron può andar bene ma se viene fuori una variante contagiosa e “cattiva” bisogna tornare indietro. Diciamo che dalla primavera saremo in libertà condizionata».
Il caldo ci salverà da altre ondate? «I vaccinati devono stare tranquilli, i fragili molto attenti e i non vaccinati dovrebbero vaccinarsi, qui in Sicilia dobbiamo ancora spingere sulle prime dosi. Probabilmente la quarta dose servirà in autunno e sarà quella studiata contro Omicron che sarà già disponibile fra un mese o addirittura sarà studiata su più ceppi».
Ma con l’estate si potrebbe eliminare l’obbligo di Green Pass a lavoro o nei luoghi pubblici? «Quella è una decisione politica ma io eviterei di ritrovarci qui nell’Isola come nelle scorse estati. Sono contrario a far sparire il Green Pass. Non per andare contro i non vaccinati ma per proteggerli. Una persona non vaccinata può finire facilmente in terapia intensiva, rischia la vita e anche a giugno il virus continuerà a circolare pure con la bella stagione e il caldo torrido. Per il loro bene le regole che limitano l’attività dei non vaccinati vanno mantenute».
Ma perché restiamo la regione in coda per numero di vaccinati? «C’è sempre una maggiore diffidenza verso la prevenzione che coinvolge anche i vaccini. Ma secondo me il proprietario di una discoteca o il direttore generale di un’azienda ha interesse ad avere la sicurezza che nessuno dei suoi clienti o dei suoi dipendenti finisca in terapia intensiva. Dovrebbero essere loro i primi a spingere sulla vaccinazione e sul Green Pass».
A primavera e ancora di più in estate ci aspetta una nuova ondata di turisti, italiani e si spera anche stranieri.
Serviranno controlli severi? «Purtroppo abbiamo avuto la dimostrazione pratica che bloccare il turismo non ferma il propagarsi di nuove varianti. Credo sia meglio aprire le porte ai turisti, io oserei anche di aprirle ai non vaccinati ma a patto che le spese mediche, che non sono esigue, se le paghino loro in caso di malattia grave».
Ma poi a fine agosto ci ritroviamo con una nuova variante e richiudiamo tutto? «Ormai il tracciamento è impossibile ma abbiamo potenziato molto il sequenziamento del virus per intercettare ogni nuova variante».
Possiamo sperare che pensare all’inverno non significhi più pensare a una nuova ondata? «Ancora purtroppo no. Possiamo dire che il peggio è passato ma bisogna riuscire a vaccinare tutto il mondo per essere al sicuro. Anche il Green Pass di durata illimitata mi pare eccessivo. Sarebbe più onesto farlo durare fino a ottobre e poi decidere se ci vorrà una quarta dose. Bisogna essere ottimisti ma non incoscienti».