Repubblica: “Ancelotti-Napoli, è finita? De Laurentiis: «Suoi metodi scolastici»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul rapporto ai titoli di coda tra il tecnico Ancelotti e De Laurentiis. Aurelio De Laurentiis s’è limitato quindi a guardarsi intorno, temendo di prendere una decisione economicamente onerosa (balla un contratto da 6 milioni) e sofferta dal punto di vista tecnico e personale. Il presidente era certo di aver trovato l’allenatore giusto per aprire un ciclo a tempo indeterminato, dopo il tormentato addio di Sarri.
L’esonero di Ancelotti avrebbe sul Napoli l’effetto di un terremoto, con conseguenze difficili da prevedere e controllare. Per questo De Laurentiis ha scelto di restare ancora per un po’ in una posizione defilata, nonostante la crisi della squadra in campionato si stia aggravando in maniera sempre più preoccupante. Ma il ritiro iniziato ieri dagli azzurri a Castel Volturno, imposto dal tecnico e accettato con qualche sacca di resistenza dalla squadra, ha l’aria di essere l’ultima chance concessa dal presidente all’allenatore: il cui destino dipenderà dagli esiti della trasferta di sabato a Udine e della sfida di Champions di martedì al San Paolo col Genk, decisiva per il passaggio agli ottavi. Poi saranno tirate le somme per il futuro della panchina. De Laurentiis ha ribadito ieri ufficiosamente la sua fiducia a Ancelotti, affidando (a microfoni spenti, però…) alcune dichiarazioni alla radio del Napoli. Il presidente ha negato di aver sondato altri tecnici, ma ha comunque mosso delle critiche ai metodi di lavoro di Re Carlo: etichettandoli come “scolastici” e adatti ai top player, abituati ad autogestirsi con esercizi personalizzati. È lo stesso appunto mosso al loro allenatore da Insigne & Co., che da oggi saranno accontentati con sedute doppie nel ritiro di Castel Volturno: mattina e pomeriggio. È stata invece respinta al mittente l’altra richiesta degli azzurri, che speravano di tornare al modulo 4-3-3 dei tempi di Sarri. Su questo punto Ancelotti non è sceso a patti: vuole giocarsi la panchina con il 4-4-2, convinto che i guai del Napoli non siano di natura tattica. Lo spogliatoio è ancora in ebollizione e i giocatori hanno deciso di ricorrere in Tribunale contro le decurtazioni dello stipendio (dal 25 al 50%) annunciate dal club.