Repubblica: “Allo stadio Barbera è notte fonda, i rosa travolti anche dai rivali per la salvezza”

La quinta in casa. Al “Barbera” passa anche l’Udinese e per il Palermo è notte fonda. Il 3 a 1 premia forse più del dovuto i friulani, ma quello che conta è che il Palermo resta impantanato nelle sabbie mobili della bassa classifica. A nulla è servito cambiare modulo e schierare la squadra con il 4-2-3-1. Alla fine il risultato è stato identico ad altre prove nonostante la squadra fosse partita bene. Poi, come accaduto con il Torino, i rosa sono crollati. Per il Palermo, quella con l’Udinese, oltre ad essere una sfida sul terreno di gioco è stata anche una seduta sul lettino dello psicologo. Oltre al gioco e al risultato, la squadra rosanero era alla ricerca di quelle certezze che De Zerbi aveva iniziato a instillare nella squadra e che erano state minate dalle pesanti sconfitte con il Torino e la Roma. Così il Palermo aveva bisogno di una bella iniezione di autostima e di ritrovare fiducia nei propri mezzi. E quale inizio poteva esserci se non quello che dopo dieci minuti vedeva i rosa in vantaggio per 1 a 0? Il primo gol casalingo di Nestorovski è stato un concentrato di volontà, forza e determinazione. Il pallone rubato ad Angella, la corsa sulla destra, il dribbling in area e il tiro che finiva in rete sporcato dalla deviazione di Widmer. Insomma, una partenza come De Zerbi aveva studiato a tavolino. Con una squadra propositiva, votata all’attacco e pronta a far male agli avversari. E se ricerca della fiducia doveva essere, anche la parata di Posavec al diciassettesimo rientrava in questo percorso. Il croato, reduce dalla brutta prova di Roma con tanto di papera sul tiro di Paredes, ha reagito subito parando in due tempi la conclusione di Kums. Una corazza contro le critiche e le difficoltà che lo renderà protagonista anche nel finale del primo tempo con la doppia parata, prima sul tiro di Mato e poi sulla ribattuta a rete di Fofana. Il buon avvio del Palermo, però, non ha impedito all’Udinese di recuperare terreno, provare a fare la partita e trovare il gol con Thereau, colpevolmente lasciato solo dal duo dei centrali di difesa formato da Cionek e Goldaniga, che al trentaseiesimo ha rimesso i conti in parità. Ancora una volta, quasi fosse sulle montagne russe delle emozioni, il Palermo è stato costretto a rimboccarsi le maniche e a ripartire. Lo ha fatto bene sfiorando il gol con un’accoppiata di giovanissimi. Pezzella per il cross ed Embalo per la deviazione di testa respinta da Karnezis. Come a voler dir che la squadra c’era ed era viva. Una sensazione confermata anche dall’avvio della ripresa che vede i rosa in avanti e quasi sempre in possesso di palla. Un dispendio di energie che al quarto d’ora convince De Zerbi a immettere forze fresche. Dentro Chocev per Pezzella, autore di un’ottima gara all’esordio stagionale, e Sallai per Diamanti ormai stremato. I rosa cambiano così riportando Aleesami sulla linea dei difensori. Sallai si sistema nella posizione occupata dal norvegese mentre Chochev va a fare il vice Diamanti. È il momento di maggiore pressione dei rosa. Rispoli, oltre ai compiti difensivi, inizia a dare consistenza a quelli offensivi e il dialogo con Embalo funziona a meraviglia. Il problema è sempre lo stesso: in area il Palermo non fa male e così tutto viene vanificato. Questo sarebbe niente se non fosse che alle mezz’ora Fofana inventa un gran gol con un tiro a girare sul quale Posavec non può nulla se non guardare la palla infilarsi nell’angolo alto alla sua sinistra. E qui non c’è psicologo che tenga. Il Palermo è nuovamente al tappeto, certamente ingiustamente per l’impegno messo e per quanto visto in campo, ma è al tappeto e non riesce a rialzarsi. Il terzo gol dell’Udinese, secondo di fila di Fofana, condanna i rosa all’ennesima sconfitta casalinga, la quinta su cinque partite giocate al “Barbera”. Un vero record, un record che è la fotografia del momento negativo della squadra che finisce anche in dieci per la somma di ammonizioni di Sallai entrato in campo per dare una mano e invece deleterio. I fischi del pubblico, i primi veri della gestione De Zerbi, sono il finale di un’altra serata da dimenticare“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Repubblica”.