Il Palermo è tornato da Foggia con i primi 3 punti stagionali. I rosanero hanno disputato una partita dai due volti perché nel primo tempo sembravano spenti e forse anche spaesati, nel secondo sono entrati in campo con un piglio diverso e sono riusciti a ribaltare lo svantaggio di 1-0 con la quale si era chiusa la prima frazione di gara. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de la “Repubblica” proprio in merito a questo:
“Per qualcuno è stata una metamorfosi. Per altri solamente il ciclo di una normale partita. Fatto sta che il Palermo che domenica sera è andato negli spogliatoi all’intervallo non era nemmeno lontano parente di quello che ha vinto la partita al novantesimo. Dopo i primi quarantacinque minuti nubi i fantasmi erano già tutti pronti all’ingresso dello spogliatoio rosanero ma qualcosa è successo quando Tedino ha parlato ai suoi giocatori dandogli una nuova carica. Nel chiuso dello spogliatoio rosanero i giocatori si sono ricompattati e i cattivi pensieri sono rimasti fuori dalla porta. Trajkovski ha raccontato che era il momento di alzare la testa e lui si è caricato sulle spalle il resto della squadra, servendo prima l’assist per il colpo di testa di Salvi per il gol del pareggio e poi tirando imparabilmente in occasione del gol vittoria. E il macedone è risultato il giocatore che ha tirato di più in porta con sei conclusioni. Dietro la reazione del Palermo c’è stata sicuramente una maggiore convinzione. La squadra del primo tempo ha lasciato posto a una più concreta ed efficace. Brignoli nel secondo tempo si è riscattato con una parata salva risultato volando all’incrocio dei pali sulla conclusione di Deli e mostrando coraggio in uscita ad anticipare tutti proprio al novantesimo quando forza e lucidità per certe giocate vengono meno. Falletti, che non seguiva proprio con applicazione i compiti difensivi nel primo tempo, nella ripresa subito dopo il gol del pari ha inseguito un avversario rimediando una di quelle ammonizioni che fanno quasi piacere agli allenatori. E un contributo importante è arrivato anche da chi è rimasto a Palermo: prima Aleesami ha fatto rifiatare Mazzotta tenendo altissimo il livello della pericolosità del Palermo sulla fascia sinistra; poi Nestorovski ha preso il posto di Puscas a pochi minuti dal termine giocando come se fosse l’inizio della partita e non l’ultimo scampolo. Tatticamente il Palermo del primo e del secondo tempo erano uguali. Stessi compiti, stesse coperture e stessi uomini. Indubbiamente a dare fiducia alla squadra sono stati i due gol realizzati in sette minuti in avvio di secondo tempo, una caratteristica che la squadra di Tedino aveva messo in mostra anche nello scorso campionato. Anche l’abbraccio dei giocatori al proprio allenatore si era già visto. Ma questo forse è stato il più importante. L’anno scorso capitò dopo Carpi- Palermo, quando Nestorovski dopo il gol corse ad abbracciare Tedino come ha fatto domenica sera Trajkovksi. Nell’abbraccio di Foggia, però, i significati sono più forti, visto che Tedino è un allenatore che è stato richiamato dopo un esonero e che da domenica sera è tornato pienamente in possesso del suo gruppo, proprio nella partita in cui era chiamato a riprendersi il Palermo che sembrava sfuggirgli di mano”.