Repubblica: “A Trapani torna Moschella, club vicino alle cessione”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Trapani, vicino alla cessione.
Un precipizio che sembra non aver fine. Neanche l’esperienza di Massimo Morgia è servita per rendere la stagione del Trapani almeno dignitosa. Dopo l’umiliante sconfitta casalinga contro il Licata (0-4), sono inevitabilmente arrivate le dimissioni del tecnico toscano, che si è dovuto arrendere, definendo la sua permanenza sulla panchina granata come «il fallimento più grande della carriera». Parole figlie sicuramente di un’immensa amarezza, ma che cambiano poco nella realtà e nella percezione della piazza. Peccato, perché lo stesso Morgia sembrava aver dato smalto alla formazione granata: invece, anche il suo ingresso di qualche mese fa ha prodotto un breve fuoco di paglia.
Così, domani il Trapani ospiterà al “Provinciale” il Troina (ore 15) con il primo allenatore con cui aveva iniziato questa serie D (Ivan Moschella), e con la pressione psicologica di dover ancora conquistare la salvezza. Vero che il margine sui play-out è teoricamente rassicurante (otto lunghezze), ma una formazione così malridotta e slega ta rischia di faticare a mettere insieme anche i pochi punti necessari per mantenere la serie D. Nessuno avrebbe osato immaginare una stagione con il Trapani impegnato a lottare per la promozione, ma sarebbe stato impossibile anche pronosticare un campionato così modesto: senza un sussulto, un’emozione, un segnale di coraggio. Dopo le tristi vicissitudini degli anni scorsi (su tutte, la serie B strappata con la carta bollata dopo la salvezza ottenuta sul campo, e il successivo fallimento), la città attendeva soltanto di compattarsi intorno alla maglia. Niente di tutto questo.
Il nuovo Trapani, al di là della categoria e dei limiti tecnici, non è quasi mai riuscito ad essere una squadra. Non ha evidenziato neanche una lontana somiglianza a quelle formazioni granata che orgogliosamente lottavano su ogni campo, in ogni condizione. Un vero disastro che ha irritato notevolmente i tifosi. La caccia al colpevole è aperta, ma rimarrà un esercizio inutile. Fa specie vedere lo storico capitano Luca Pagliarulo non riuscire a metterci una pezza, stupisce l’incapacità della squadra di proporre temperamento e collaborazione. Una serie consecutiva di prestazioni senza convinzione e mordente, in cui anche la sfortuna o i gol falliti sono parsi naturale conseguenza di un gruppo senz’anima.
La nuova società, fatto salvo l’innegabile merito di trasformare il Dattilo in Trapani, ha sofferto molto il cambio di ambiente e responsabilità, trovandosi di fronte a una gestione ben più complessa di come avrebbe creduto alla vigilia. Dietro le quinte di questo agonizzante campionato, agisce il direttore generale Antonello Laneri, uomo di calcio di comprovata esperienza. Sta lavorando per un cambio di proprietà che gli consenta di creare una nuova struttura, snella ma funzionale. La possibilità che il Trapani passi nelle mani di un facoltoso gruppo della Sicilia orientale sembra ormai molto concreta. Si vedrà se l’attuale proprietà rimarrà all’interno del club con una quota di minoranza o se si cambierà del tutto il quadro societario. Sono dettagli poco importanti, a questo punto, anche perché adesso la priorità è la conquista della salvezza. La sensazione condivisa dai sostenitori granata è di fretta. Non c’è nessun sentimento per questa squadra e c’è solo voglia di finire al più presto questa stagione. Per dimenticarla presto e ricominciare daccapo. Con una storia del tutto diversa.