“«Un rammarico? Non che il Trapani non abbia conosciuto la serie A, ma che la serie A non abbia conosciuto Trapani». Cercando nel fiume delle dichiarazioni di Serse Cosmi del dopo partita, questa è la frase più significativa. Il complimento più bello che il tecnico granata potesse regalare ai suoi giocatori, alla società, ai tifosi, alla città. Parole che acuiscono uno struggimento sincero e profondo. Le lacrime dello stesso Cosmi, l’abbraccio di Massimo Oddo, gli 8 mila del Provinciale tutti in piedi ad applaudire, la squadra sotto la curva e i cori insistenti e lunghi, urlati a gran voce. Sono tutte immagini di un affresco che nessuno dei presenti dimenticherà mai. Il Trapani rimane in serie B, ma squadra e città escono promosse da una stagione memorabile, in cui la formazione granata ha pagato sostanzialmente un paio di errori in finale, che si sono rivelati decisivi: l’espulsione di Scozzarella all’andata e il gol regalato a Verre al ritorno. È vero che gli episodi (anche legati alle due direzioni arbitrali) non sono girati a favore: ma, si sa, nel calcio la fortuna è amica quando hai la forza di indirizzare dal tuo lato la contesa. Sono arrivati i tweet di Gene Gnocchi (“Tifosi del Trapani da brividi. Questo è il calcio”) e di Alessandro Del Piero (“Un applauso anche al Trapani e alla grande civiltà del suo pubblico, testa alta!”) a certificare l’immagine che Trapani ha dato di sé. Ci vorranno giorni, forse settimane, per elaborare l’accaduto e smaltire la delusione. Ieri a Trapani, era molto difficile intravedere per strada un sorriso. Al di là di emozioni e rimpianti, della capacità di superare, più o meno speditamente, l’epilogo amaro, adesso viene il difficile. Il Trapani è una società solida, che ha l’enorme merito di mantenere con serietà gli impegni; ma non è un club ricco, e il suo budget era il ventunesimo su quello delle ventidue squadre della serie B. Da un lato, questo amplifica i meriti, ma dall’altro fa intendere chiaramente come la gara di giovedì fosse una svolta epocale. Era una partita che valeva circa 25 milioni e avrebbe consentito una programmazione serena e supportata da un entusiasmo irrefrenabile. Per Trapani, la serie B è già un campionato meraviglioso. Dopo un’annata così, in cui si è andati oltre ogni ragionevole previsione, non è facile immaginare che il direttore sportivo Faggiano possa restare ancora a Trapani; né che Serse Cosmi, pur amato dalla città in maniera viscerale, possa pensare di far meglio e quindi sposare ancora la causa granata. Non c’è nulla di deciso, ovviamente, e il futuro è tutto da scrivere. Quelli di Cosmi e Faggiano sono i primi nodi da sciogliere. Poi, verrà tutto il resto”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.