L’edizione odierna de la “Repubblica” si sofferma sui problemi idrici che continuano a colpire la Sicilia, con Palermo che dovrà avere a che fare con il razionamento.
A partire dal 7 ottobre, anche Palermo dovrà fare i conti con il razionamento dell’acqua a causa dell’emergenza idrica che sta colpendo l’intera Sicilia. La cabina di regia regionale ha dato il via libera al piano sperimentale proposto dall’Amap, che prevede la turnazione della distribuzione dell’acqua in alcuni quartieri della città. La decisione è stata presa dopo una lunga riunione, e la riduzione progressiva della pressione idrica aveva già raggiunto livelli critici, soprattutto per chi abita ai piani alti o in zone collinari.
La situazione degli invasi che riforniscono Palermo è preoccupante: la diga Rosamarina è scesa sotto i cinque milioni di metri cubi, circa il 6% della sua capacità, mentre la diga Poma a Partinico ha circa 13 milioni di metri cubi d’acqua utilizzabile, pari al 18% della sua capacità. In totale, gli invasi siciliani dispongono di risorse pari a circa l’8% della loro capacità complessiva, una situazione mai vista prima.
Oltre all’emergenza, si intensifica la polemica tra il presidente della Regione, Renato Schifani, e il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci. Schifani ha risposto alle accuse di mancati collaudi delle dighe e mancata pulizia dei letti degli invasi con un dossier che elenca 24 piani di gestione degli invasi, di cui 13 approvati dal suo governo. Alcuni interventi, per un valore complessivo di oltre mezzo miliardo di euro, sono già stati pianificati, tra cui lavori di manutenzione per le dighe Rosamarina, Nicoletti, Cimia e Scanzano.
Ci sono anche risorse destinate dal PNRR e da fondi interministeriali per altre dighe siciliane. Il primo decreto da 92 milioni di euro dovrebbe finanziare gli interventi più urgenti, come quelli per la diga Rosamarina. “L’obiettivo è superare l’emergenza entro la prossima estate,” ha dichiarato l’assessore all’Energia Roberto Di Mauro.