“Alla fine si è scelto di forzare la mano. Le dimissioni di Paul Baccaglini dalla carica di presidente non sono arrivate e la maggioranza del consiglio di amministrazione del Palermo, Zamparini e la moglie Laura Giordani, si è auto azzerata determinando di fatto la decadenza dell’intero consiglio di amministrazione, Baccaglini compreso. Si stacca così l’unico legame formale che ha tenuto legato l’italoamericano ai rosanero. Ma non è detto che sotto la cenere della rottura fra Baccaglini e Zamparini non possa covare ancora qualche focolaio di trattativa. Sono troppe, infatti, le stranezze per archiviare definitivamente ogni contatto fra i due. Zamparini prima ha detto che temeva una truffa da parte del suo ex presidente, ma poi ha scelto di non procedere nel caso in cui il raggiro fosse stato accertato; ha detto che il suo rapporto con Baccaglini è da considerarsi chiuso, ma poi ha mandato i suoi legali a Londra per verificare l’esecutività dei contratti firmati dalle parti. Ma soprattutto aveva messo a disposizione della stampa le carte dell’offerta di Baccaglini, proprio quella che aveva detto di non avere mai ricevuto perché ritenuta eccessivamente al ribasso, salvo poi fare marcia indietro su consiglio dei suoi legali. Anche “Repubblica” aveva chiesto le carte a Zamparini che ieri con una nota ha spiegato testualmente che «l’ufficio legale ha fatto notare che la società si trova nell’impossibilità di trasmettere tali documenti senza ledere il patto di riservatezza e confidenzialità contenuto negli accordi intercorsi. Pertanto nessun documento potrà essere divulgato». Ovvio chiedersi se a trattativa definitivamente interrotta le clausole di riservatezza valgano ancora, ma in questo caso per avere una risposta certa bisognerebbe leggere quali impegni erano stati presi fra le parti a proposito del patto di confidenzialità. Massimo riserbo che è stato rispettato anche nella lettera che l’ormai ex presidente Baccaglini ha inviato al sindaco Orlando. In un primo momento l’orientamento era di rivelare ogni dettaglio della trattativa affidando tutto al primo cittadino. Poi su consiglio dei legali Baccaglini ha optato per non divulgare tutto. E nel frattempo impazza il toto nomine per la poltrona di presidente del Palermo. Il nuovo consiglio sarà nominato entro il 13 luglio. La gestione, in questo periodo, è affidata al consigliere delegato Maurizio Zamparini che sta cercando un presidente che rappresenti una figura di garanzia. «Va chiesto garanzia per chi – dice Carlo Vizzini, il cui nome è stato accostato alla poltrona più alta del club – Vengo da un famiglia che ha già avuto un presidente del Palermo che è arrivato ottavo in A e che prima di quello di Zamparini è stato il miglior Palermo della storia. Ho avuto un fratello vicepresidente del Palermo. Ma sono tutte storie diverse. Nessuno me lo ha chiesto». Nell’amministrazione comunale precedente, a gennaio, Vizzini era stato nominato da Orlando consulente per i rapporti tra il comune e il Palermo. Ma a chi gli chiede se eventualmente fosse disponibile non risparmia una stoccata ironica. «Praticamente mi chiede se mi piace andare al cinema o meno – risponde – ma dipende dal film che fanno. Non mi dispiace andare al cinema, ma voglio scegliere il film. Ho modo di ritenere che Zamparini possa pensare a tutti tranne che a me». Fra i nomi che circolano c’è anche quello dell’ex presidente del tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta. «Lo apprendo adesso – commenta – è chiaro che se mi venisse proposto mi riserverei di decidere se farlo o meno. Sono sempre stato tifoso del Palermo, ma dei colori, non tanto dei giocatori che arrivano e passano. Per me è un mondo sconosciuto, mi sembra una eventualità avveniristica. Anche perché ho una certa età, sono più anziano di Zamparini e con lui più che un club di calcio formeremmo un reparto geriatrico»”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.