Reggina, Taibi e i retroscena del disastro: «Siamo stati abbandonati dalla proprietà»

Intervenuto in conferenza stampa Massimo Taibi è tornato a parlare dei retroscena dell’annata della Reggina.

Ecco le sue parole:

«Ho fortemente voluto questo incontro perché dopo un’annata del genere ci tenevo a fare delle valutazioni e dei chiarimento a fronte di tutto quello che abbiamo passato. Voglio mandare un messaggio a questa città meravigliosa: sono molto dispiaciuto di come sono andate le cose. Tutti noi credevamo ad un altro epilogo, abbiamo combattuto fino alla fine, vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto, tutto lo staff del Sant’Agata, tutto il personale che ha lottato con me, i nostri magnifici tifosi, tutti ma soprattutto quelli della Curva Sud che ci hanno seguito anche a Roma al Consiglio di Stato. Sono qui per una sorta di rapporto alla città e ai tifosi. Un atto dovuto, da fare subito, non dopo mesi, anche se io ci ho messo la faccia tutti i giorni. Sono qui per fare chiarezza su alcuni punti, fare alcune precisazioni, andiamo in ordine di tempo. Siamo a giugno 2022 con una società che aveva ereditato dei debiti e io avevo predisposto un budget adeguato a un club in difficoltà, intorno ai 7 milioni, d’accordo con la società con come obiettivo la salvezza per il primo anno. Per farlo, avevo confermato l’allenatore che aveva fatto molto bene l’anno prima ed era Stellone. Poi in una notte la proprietà e la presidenza (Saladini e Cardona) hanno deciso di raddoppiare il budget e prendere Pippo Inzaghi. Inzaghi ha avuto in mano un documento che si potesse spendere il doppio del budget precedente. Chiariamo un punto: in tutti questi anni il budget e le linee non le ho decise io. Io ero il direttore sportivo, non il proprietario. Se si dovevano prendere cartellini per fare plusvalenze o no, non l’ho mai potuto decidere io ma l’ha sempre deciso la società».

«Si è parlato molto di plusvalenze ma tutto dipende dalle strategie della società. Dal settore giovanile in questi cinque anni è arrivato poco in prima squadra. Per fare plusvalenze oltre al settore giovanile ci sono gli investimenti nei cartellini, ma in questi cinque anni le società non volevano intervenire in tal senso. Forse in cinque anni ho speso solo 500 mila euro per i cartellini, e le plusvalenze le potevo fare. L’estate scorsa avevo venduto Rivas in Svizzera a 1 milione e 600 mila euro, ma l’avevamo tenuto giustamente perchè rientrava nel nostro progetto. Quindi le plusvalenze si fanno in questo modo. Negli ultimi tre anni di serie B siamo stati sempre a metà classifica come monte ingaggi, non abbiamo mai sperperato. Io ho sempre fatto quello che la società mi ha chiesto. Se un budget è sostenibile o meno non l’ho mai potuto decidere io, ma l’ha sempre deciso la società. Io sono sempre stato all’interno del budget che mi hanno dato e ho raggiunto il risultato sportivo, sempre, per cinque anni con i migliori risultati! Credo che quello che dico sia scontato, ma lo ripeto per fare chiarezza. Il 2 gennaio, mentre mi trovavo a Londra e la squadra era seconda in classifica con 6 punti di vantaggio sulla terza, Saladini mi ha comunicato al telefono di andare a prendere 4 calciatori molto importanti, avevo bloccato 5 calciatori importanti; solo il giorno dopo mi arriva il contrordine di fare marcia indietro e mi si comunica che sul mercato non si può fare più nulla per ragioni legate all’indice di liquidità e all’omologa (della quale sentivo parlare per la prima volta); io da aziendalista quale sono mi sono adeguato. La squadra da quel momento lì ha iniziato a subire un po’ di pressione anche perchè un giornalista importante (Nicola Binda) dice che la Reggina avrà grossi problemi per questa faccenda dei Tribunali, parla di 12, 15, 20 punti di penalizzazione».

«Da allora in poi nessuno si interfaccia più con la squadra, tranne che per ripetere “ci restituiranno tutti i punti”, cosa dimostratasi poi falsa e che ha destabilizzato non poco la squadra stessa. La squadra è rimasta sola anche nel lungo periodo delle sconfitte, ci siamo blindati, da soli, siamo stati bravi con lo staff ad ovattarci, ad andare avanti da soli, e siamo riusciti a ripartire fino a centrare il miglior risultato della Reggina negli ultimi 12 anni. Devo dire però che sul piano economico nulla lasciava immaginare problemi, perchè fino a primavera ogni cosa di ciò che riguardava la prima squadra e ciò che girava attorno ad essa era regolarmente saldato con puntualità. Dunque sotto questo aspetto per noi era tutto tranquillo. Cosa facessero in amministrazione, con i tribunali, nei palazzi, non lo abbiamo mai saputo e per certi aspetti è giusto così. Finito il campionato, il 26 maggio, c’è stato il blocco totale dei rapporti tra la squadra, Inzaghi, il sottoscritto, e la dirigenza, il Presidente e la proprietà. Già dopo Ascoli. Siamo andati a Bolzano senza mai sentire nessuno. Il 21 giugno veniamo a sapere del mancato pagamento di quella retta dell’omologa, le dimissioni e tutto quello che è successo che hanno generato ansia e confusione. I dipendenti del Sant’Agata iniziavano a non avere stipendio da uno, due mesi, e sono rimasti lì fino alla fine con grande dignità. Li ho supplicati di riprendere gli allenamenti, a luglio e agosto sono rimasto da solo con loro perchè tutti noi credevamo in quello che poteva succedere, però ci abbiamo creduto solo noi. In quel momento lì, devo essere sincero, oltre il supporto della gente ho avuto il supporto delle istituzioni, di Carmelo Versace, di Paolo Brunetti, il nostro Sindaco, che sono stati vicini a me per tanto e ho apprezzato tanto la regginità di queste due persone che si sono battute con me come dei leoni fino alla fine».

«Poi c’è rimasta una grande dignità, una grande forza. Ringrazio anche, non mi interessa destra o sinistra, l’on. Cannizzaro, anche lui nei momenti più difficili mi è stato vicino, condivido quello che ha scritto ieri, ne sono sempre stato a conoscenza. Qualcuno ha detto che le istituzioni non hanno accompagnato la Reggina, no, non è vero, tutti sono sempre stati dalla nostra parte per la nostra Reggina. Io ci tenevo a precisare un ultimo mio passaggio che è quello del futuro che tutti noi adesso pensiamo. Ho letto da tante parti che Taibi ha le cordate, no. Taibi non ha cordate, io sono un professionista, sono il direttore. Sono stato avvicinato da qualcuno che mi ha chiesto la disponibilità, semmai dovesse arrivare qualcuno, e io ho detto che per me Reggio non ha categoria, per me Reggio è Reggina senza differenza tra serie D, serie A».

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Redazione Ilovepalermocalcio