L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul caso Reggina e il rischio di un’ulteriore penalizzazione.
Il Tribunale federale nazionale presieduto da Carlo Sica ha sanzionato la Reggina con tre punti di penalizzazione da scontarsi nella corrente stagione sportiva, disponendo anche l’inibizione di 3 mesi per l’amministratore delegato e legale rappresentante pro tempore della società Paolo Castaldi. La società era stata deferita su segnalazione della CoViSoc per il mancato pagamento ai tesserati delle mensilità di novembre e dicembre 2022, nonché per il mancato versamento delle ritenute Irpef di novembre e dicembre 2022. Il Tfn ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura Federale per ulteriori approfondimenti. Dopo una giornata di dibattimento, è stata accolta dunque, la richiesta della Procura Federale di tre punti di penalizzazione, due per il mancato pagamento degli emolumenti di alcuni e un punto per il mancato pagamento Irpef.
La Reggina si è appellata a un “legittimo impedimento” che non ha consentito, nonostante il pagamento degli stipendi, di effettuare il saldo degli oneri contributivi e previdenziali. Infatti, la Sezione Fallimentare del Tribunale di Reggio Calabria, ha per due volte bocciato l’istanza presentata dalla società amaranto con cui chiedeva l’autorizzazione al pagamento che però, è stata rigettata in quanto spese non ritenute essenziali per la prosecuzione dell’attività d’impresa e non funzionali a soddisfare i creditori. Un meccanismo tortuoso che ha posto la società amaranto sotto la lente d’ingrandimento della CoViSoc che ha segnalato la procedura d’infrazione alla Procura Federale.
Immediata è arrivata la risposta della società tramite comunicato stampa: «La Reggina prende atto del dispositivo emanato dal Tribunale Federale Nazionale presso la Figc. La società – pur rilevando in termini positivi il fatto che, per la prima volta, il Tribunale ha irrogato una sanzione inferiore al minimo edittale previsto dall’art. 33.4. del Codice di giustizia sportiva della Figc – manifesta sin da ora la propria volontà di impugnare la decisione in questione (non appena saranno pubblicate le relative motivazioni) innanzi alla Corte Federale di Appello (nonché al Collegio di Garanzia dello Sport, al Tar Lazio ed al Consiglio di Stato, laddove fosse necessario). La società ritiene, infatti, di avere pieno titolo al proscioglimento in entrambi i deferimenti, avendo la stessa dovuto ottemperare alle preclusioni imposte dal Tribunale Fallimentare in relazione al pagamento dei contributi e degli emolumenti in questione, situazione perfettamente assimilabile a casi analoghi già decisi favorevolmente dal Collegio di Garanzia dello Sport (decisioni nn. 18/2015, 1/2021 e 101/2021)».
Una contraddizione, un vuoto normativo che ha opposto la giustizia ordinaria a quella sportiva e che sicuramente dovrà portare a un intervento per armonizzare i due rami della giurisprudenza e consentire che un “caso” del genere non si verifichi in futuro. Una questione complicata che rischia di stravolgere il campionato di serie B con un lungo contenzioso. Gli amaranto sono scivolati all’ottavo posto in classifica a quota 46, rimanendo sempre nei pla off, ma riducendo il vantaggio sulle dirette concorrenti. Inoltre, ci potrebbe essere un analogo procedimento anche per il mancato rispetto delle scadenze dello scorso 16 marzo.