L’ex presidente della Reggina, Marcello Cardona, ha parlato in conferenza stampa rilasciando le seguenti parole:
«Si parlava già all’epoca di questo fantomatico studio Tonucci per la cessione. Stavamo facendo la preparazione della nuova stagione, erano stati individuate le località per il ritiro precampionato, Moccone o Cascia, il direttore sportivo aveva fatto il sopralluogo. La notizia della volontà di cedere é stato dunque un fulmine. Le figure indicate erano un grosso dirigente che ora é in A e successivamente una nuova figura tecnico-sportiva di grande prestigio. La sera ho incontrato queste figure e uno di questi si era accordato con la società sulla parte economica con l’azionista di maggioranza. Dopo la mezzanotte ricevo una chiamata di una nostra consulente economica, che comunicava che non era stato ottemperato il pagamento dello stralcio dell’omologa, lasciandomi sconcertato. La mattina successiva ho parlato con un altro nostro consulente che mi ha sottolineato che “non si é ottemperato al pagamento, ci siamo assunti questo rischio. Io mi sono dimesso per queste due azioni scellerate».
«In questi due mesi sono stato in silenzio e ho sofferto come tutti i reggini. Da oggi la mia posizione é chiara. In quest’ultimo anno ci siamo impegnati su numerosi fronti, a partire dalla cerimonia dei calendari, dall’arrivo della Nazionale, abbiamo affrontato un processo sportivo tramite il quale ne siamo usciti intelligentemente. Non aver pagato i 770mila euro ha sconfessato tutto il mio impegno con le istituzioni sportive. Il 20 giugno mi trovo a Milano per la Reggina, dovevamo incontrare due figure tecnico-sportive che avrebbero avuto un ruolo nella stagione successiva. La proprietà mi annunciava l’iter positivo per l’iscrizione. Io sono stato nominato presidente del Cda, ma senza responsabilità gestionali o poteri di firma, solo di vigilanza e rappresentanza. Le proprietà mi hanno annunciato dunque l’iscrizione e poi mi é stato annunciato che nella giornata successiva la società sarebbe stata ceduta. A quel punto prendo la decisione di dimettermi, perché non ho lo strumento tecnico-giuridico per fare il presidente. Preciso che non ho mai ricevuto PEC circa le dimissioni del Consiglio di Amministrazione. Ringrazio Amalia, Consuelo, Pino e Ferdinando, i dipendenti rimasti al Sant’Agata sino alla fine. Non avrei mai immaginato che oggi potesse essere una conferenza dopo la conclusione dell’iter giudiziario sportivo-amministrativo. Non ho parlato prima per non apportare danni al percorso della giustizia, ma le cose non sono andate nel modo giusto. É giusto che si sappia ogni tipo di dettaglio, in nome di quel concetto di trasparenza. Io sono tornato a Reggio, a titolo gratuito, solo per l’amore verso la Reggina, la città e la comunità, anche perché non ho bisogno di visibilità»