Luca Gallo, legale rappresentante della Reggina 1914 srl, è intervenuto in conferenza stampa. Ecco le sue parole riportate da “TuttoReggina.com”:
«Sono qua perché la città di Reggio ha bisogno di questa parola che va tanto di moda, chiarimento. Sono da un’operazione delicata, ma non è ancora finita probabilmente. C’è una grossa e enorme parte sana della città con le quali discutere, che recepiscono quello che dicono. C’è una piccola parte che recepisce in maniera negativa ciò gli viene riferito. La Reggina, come da bilancio, ha un debito, a questo punto sta a me gestire questo debito, come altre società di A e di B. Non ho mai conosciuto una società di qualsiasi tipo che non abbia posizione debitoria, è quasi nella normalità che una società abbia dei debiti. Il grosso del debito che ha la Reggina 1914 è con l’erario, quindi la parte Irpef e Inps, derivante dal periodo del Covid, circa 10-11 milioni di euro. Il FIGC ha comunicato il termine dei pagamenti a fine dicembre, con il campionato fermo. Il 75% del debito della Reggina è con l’Erario, una volta sanato sgraverà la Reggina del grosso del debito, non vedo che tipo di tragedia possa essere: ci sono diversi modi per sanare quel debito, tutti legali e raggiungibili. La cittadinanza di Reggio deve stare tranquilla. Il resto del debito si attesta a 2,5 milioni di euro, una cosa gestibile, sopratutto per un club che negli ultimi anni ha gestito 22 milioni di euro tra costruzione della squadra e investimenti sulle strutture. La Reggina onorerà il debito con l’Erario, in un modo o in un altro».
Continua Gallo: «I due punti verranno dati senza alcun dubbio, poi la società farà il ricorso. Per la legislazione sportiva certe regole che valgono in sede civile non vengono ammesse. Per me bocceranno il ricorso».
Sulla gestione del debito: «I 10-11 milioni di euro si possono pagare cash o rateizzare, come ti consente la legge. Io lo farei con una normalissima rateizzazione, poi dipende da come andrà il ricorso. Non si è presentato nessuno davanti a me per discutere un’offerta per la cessione del club. In B ci sono diverse squadre che sono sostenute da fondi esteri. Il calcio è talmente imponderabile che nessun imprenditore investe di tasca propria, uno di quegli scemi sono stato io, senza l’aiuto di nessuno. Le banche italiane, quando ti siedi con loro, ti dicono che non hanno alcun interesse ad investire nel mondo del calcio. Magari capitasse qualcuno che portasse soldi».