Reggiana, Pizzimenti: «Stulac bravo a sposare nostro progetto. La serie B è salita di livello»
Marcello Pizzimenti, il direttore sportivo del club granata, è ricomparso dopo un periodo di silenzio, durante il quale ha lavorato lontano dai riflettori per allestire una squadra competitiva per il mister Viali. Le sue recenti dichiarazioni potrebbero aver fornito alcuni spunti interessanti riguardo le strategie adottate e i movimenti di mercato.
Ecco le sue parole:
«Non ho grandi rimpianti, si poteva fare meglio ma non si può mai raggiungere il 100% degli obiettivi – ha sottolineato il ds della Regia – So di avere dato il massimo per portare al mister i giocatori consoni alla sua idea di gioco e di questo sono contento».
È rimasto deluso dal mancato arrivo di diversi giovani dalla Fiorentina? «Faccio questo lavoro da 15 anni e conosco certe dinamiche: quando ci sono ragazzi che hanno già fatto un anno di esperienza in Serie B le ambizioni diventato alte. La Fiorentina e Goretti si sono messi a disposizione ma non potevano fare molto: alla fine dei tre ragazzi è arrivato Lucchesi che era anche la nostra prima scelta come centrale giovane. Subito era andato al Venezia ma negli ultimi due giorni di mercato si è convinto a venire da noi: assieme a Fontanarosa ci dà un’alternativa in più in difesa dove eravamo corti e in emergenza».
Una punta l’ha cercata? «Assolutamente sì, ma nel calciomercato si guarda soprattutto alle emergenze e a rifinire alcuni settori. In attacco ho capito che serviva qualcosa, ma la campagna trasferimenti per una società virtuosa come la nostra deve guardare anche alla cessioni e sarebbe stato deleterio non riuscire a farlo. Ero pronto per inserire qualcosa ma alla fine abbiamo chiuso con Marras che ci dà qualità, Vergara che sta facendo bene, Girma in fase di recupero poi Maggio e Portanova. Le tre punte Okwonkwo, Gondo e Vido sono convinto che ci porteranno qualcosa in più in questa stagione».
Le è rimasto qualche colpo in canna? «Noi direttori teniamo da parte due o tre giocatori dalle caratteristiche simili ma grandi rimpianti non ne ho. Se fosse uscito Pettinari sarei riuscito a rifinire l’attacco ma sono comunque soddisfatto del lavoro
svolto».
Quali sono stati i “regali” fatti a mister Viali? «Con il mister abbiamo condiviso parecchie scelte. Tutti gli allenatori hanno un paio di pedine che ritengono fondamentali e tra queste ci sono Štulac e Marras, due giocatori voluti fortemente da entrambi perché si sposano alla perfezione con il suo tipo di calcio. Potrei citare anche Meroni visto che era già stato allenato a Cosenza dal mister ma la trattativa per il suo arrivo in granata era già stata chiusa appena finito il campionato, prima dell’arrivo di Viali».
È stato difficile portare Stulac nella Città del Tricolore?
«Al mister serviva un regista con determinate caratteristiche, ho sentito De Sanctis (ds del Palermo, ndr) e lui mi ha detto quali erano le sue intenzioni su alcuni giocatori in uscita e Leo è stato molto bravo a sposare il nostro progetto. Non c’è cosa migliore di un giocatore che viene di sua spontanea volontà».
Marras, inseguito a lungo e voluto fortemente, è davvero fondamentale per il gioco della Reggiana? «Non credo che il suo arrivo sia stato caricato di troppe aspettative, ma è un giocatore che l’anno scorso è stato tra i migliori in campionato (7 assist con il Cosenza, ndr). Il mister lo voleva e io ho carcato di accontentarlo. Alla fine è arrivato proprio nell’ultimo giorno di trattative, ma non è stato facile…».
Quali sono state le trattative più difficili da chiudere? «Maggio aveva tante richieste e all’inizio non pensavo che ce la potessimo fare, ma fortunatamente la Reggiana si è consolidata in categoria e i procuratori vedono che da noi i giovani giocano sul serio quindi ha deciso di portarlo in granata. Sersanti è stato uno degli obiettivi più difficili da raggiungere visto che dietro c’era una big del nostro campionato quindi non è stato semplice battere la concorrenza. Lo stesso potrei dire di Ignacchiti visto che una nostra rivale ha fatto di tutto per prenderlo, poi abbiamo dovuto attendere le esigenze dell’Empoli. Almeno un paio di club hanno disturbato le nostre trattative relative ai giovani perché sono loro ad essere un po’ sotto i riflettori».
Portanova non rientra tra queste? «Non la ritengo una trattativa difficile perché Manolo ha sposato la Reggiana sul serio e ha dimostrato grande attaccamento. Lui voleva la Serie A, e in quel caso nessuno gliela avrebbe tolta, oppure la Reggiana in Serie B. Lo hanno chiamato in tanti e lo avrebbero anche pagato molto, ma lui si è sentito rispettato dalla gente di Reggio e ha pensato di venire solo qua. Col Genoa chiaramente non è stato semplice arrivare a un accordo ma non ho dovuto battere la concorrenza di altre società perché lui voleva solo la Reggiana».
Mettere fuori lista Kabashi, giocatore determinante nella salvezza sotto la guida di Nesta, non rischia di diventare una scelta cont roproducente? «Sapete benissimo che quando si cambia progetto tecnico e cambiano l’allenatore e la direzione sportiva ci si rimette tutti in gioco. Su Kabashi la scelta societaria di escluderlo dalla lista dei giocatori per il campionato è dipesa dal fatto che lui è fuori dal progetto tecnico».
Potrebbe essere eventualmente recuperato nel caso in cui, nei prossimi mesi, dovesse cambiare qualcosa a livello di guida tecnica? «È un’ipotesi che non voglio minimamente prendere in considerazione. Voglio essere positivo e l’inizio di stagione della Reggiana è andato al di là di ogni aspettativa, ma faccio il pompiere dicendo che l’entusiasmo fa bene ed è legittimo ma siamo solamente all’inizio del nostro percorso. Mi auguro che la squadra possa mantenere l’atteggiamento che ha dimostrato in queste prime gare di campionato. Cercheremo di consolidare questo atteggiamento con la consapevolezza che comunque il campionato di Serie B è difficile a maggior ragione con squadre particolarmente competitive come in questa stagione sportiva. Rimane ferma la grande fiducia nello staff tecnico, in mister Viali e nei giocatori e anche per questa ragione ci approcciamo alla stagione in corso con grande positività».
Un’altra nota stonata del mercato granata è stata la mancata cessione di Pettinari… «Doveva uscire a gennaio ma è stato reintegrato perché per suo volere è rimasto: aveva la possibilità di passare all’Ascoli, ma poi ha atteso invano la chance di trasferirsi alla Cremonese che alla fine non si è concretizzata. Quest’anno è ripartito con noi assieme a tutti gli altri ma non rientrando nel progetto tecnico secondo me era giusto che partisse e mi è dispiaciuto il suo comportamento: ha rifiutato piazze importanti di Serie C come Catania, Pescara ed Arezzo. Un calciatore deve giocare e non restare sapendo di non trovare spazio. Devo dire che a me come direttore non mi sono sentito rispettato».
Potrebbe ricorrere al mercato degli svincolati? Si è parlato tanto di Caputo nelle ultime settimane… «No, al momento siamo al completo anzi c’è qualche esubero. Abbiamo un gruppo solido e intaccarlo con giocatori svincolati che non sono pronti, da quella che è la mia esperienza, è tutt’altro che produttivo. Uno svincolato come Capito per il momento non è nei nostri piani. Ma vorrei aggiungere una cosa…».
Prego. «Non dobbiamo dimenticarci di Girma: lo aspettiamo tanto e nei giorni scorsi è stato emozionante vederlo tornare a correre con la squadra. Un altro giocatore che considero al livello dei capitani Rozzio e Cigarini è Sampirisi: anche lui viene da mesi di inattività e gli servirà del tempo per trovare la condizione migliore, ma va considerato assieme a Girma un nuovo acquisto internos».
Con Urso ci sono state delle incomprensioni di natura tattica? Nelle ultime ore del mercato stavate per cederlo… «In quel ruolo siamo diventati in tanti e avevamo ritenuto opportuno cederlo temporaneamente per ritrovarlo tra un anno ancora più forte e con tanti minuti nelle gambe. Ma questa cessione non si è verificata quindi Urso è a nostra disposizione e può darci qualcosa con il suo tiro e la sua corsa anche se davanti troverà un po’ di traffico e di concorrenza, quindi non sarà semplice giocare…».
Il giovane terzino Brekalo potrà rientrare nei piani futuri della società, una volta recuperato dal brutto infortunio al ginocchio? «Non è stato tesserato perché è un atleta straniero e i trasferimenti in questo caso avvengono non sul circuito italiano ma su quello TMS (Transfer Matching System, sistema istituto dalla FIFA, ndr) e abbiamo avuto problemi con la documentazione da presentare. Per il momento non è nei nostri pensieri, ma siamo vicini al ragazzo e lo abbiamo assistito nell’operazione poi restano buoni rapporti buoni con il procuratore».
C’è qualche aneddoto particolare da raccontare sulle trattative andate in porto?
«Il nostro è un lavoro pragmatico, quando ci si dà degli obiettivi si punta solo su quelli. Qualche chiamata suggestiva c’è stata ma nulla che abbia mai preso in considerazione per davvero. L’obiettivo delle ultime giornate era quello di portare a Reggio Lucchesi e Marras e ci siamo riusciti. Fontanarosa sarebbe dovuto arrivare qualche giorno prima ma è stato trattenuto dall’Inter per via dell’infortunio e de Vrij».
Dal suo punto di vista chi esce maggiormente rinforzato da questo calciomercato e quali saranno le principali concorrenti della squadra di Viali? «Ogni volta si dice che il campionato nuovo è quello più difficile ma quest’anno l’affermazione è corretta. Tutte le squadre, anche le neopromosse, si sono rinforzate molto. Juve Stabia, Carrarese e Mantova hanno tre allenatori bravi e preparati come Pagliuca, Calabro e Possanzini ma anche il Cosenza si è rinforzato con Alvini. Io credo nel network in campo e nell’idea di calcio: quando si dà l’imprinting alla rosa non sono i nomi a fare il bene del club ma l’idea che unisce tutti. Dico anche che squadre come Bari e Sampdoria alla fine troveranno il modo di risalire in classifica: si sono rinforzate tantissimo e hanno un patrimonio importante per fare altri investimenti anche a gennaio. Il livello della Serie B si è alzato molto, in generale».
Domenica contro il Südtirol che Reggiana si aspetta di vedere? «Sarà una partita difficilissima perché c’è un po’ di euforia da parte dei tifosi, chiaramente giustificata, ma questa sfida bisogna affrontarla con grande attenzione: dopo la sosta a livello fisico cambiano dei parametri e lo stop può essere un bene ma anche un male. Confido nell’atteggiamento positivo da parte del mister e dei ragazzi che non mollano mai un centimetro quindi domenica mi auguro di vedere una squadra che lotta sempre senza perdersi nei ricordi delle prime quattro giornate».