Il patron della Reggiana, Romano Amadei, si racconta in un’intervista a Il Resto del Carlino, affrontando senza esitazioni temi spinosi come le voci su una possibile cessione del club e il difficile momento della squadra. Amadei, con l’esperienza e la saggezza dei suoi 85 anni, parla del futuro della Reggiana, della sua visione sulla guida societaria e delle sfide che la squadra sta attraversando in campo. Con sincerità, il presidente ammette che “nella vita non si può durare fino a cent’anni” e che, per il bene della società, è pronto a valutare eventuali proposte. Ma i suoi pensieri vanno anche alla stagione in corso, agli ostacoli incontrati e al ruolo dell’allenatore Viali.
«Le chiacchiere non mi meravigliano, se non si parla di calcio ormai non si affrontano neanche più i problemi della politica e quindi non resta la società. Ad ogni modo, seriamente dico questo: nella vita non si può durare fino a cent’anni. Anche se punto ad aggiungere sempre un anno in più (ne ha 85, ndr) e non voglio certo morire, so bene di non essere eterno o immortale. Devo pensare al dopo. E se qualcuno mi procura qualcosa di interessante per me e per la Reggiana, se ne parla».
Qualcuno di interessante si è fatto avanti? «Qualche approccio c’è. Non rifiuto di incontrare nessuno. Per ora come bilanci siamo in pari, ma poi bisogna vedere fino a che punto i soci mi aiuteranno. Finora siamo andati benino, anche se con le squadre di calcio non ci si guadagna o quantomeno io non mi sono mai arricchito. Comunque vedremo, di sicuro l’obiettivo è consegnare il club a qualcuno che non faccia peggio di me»
Passando al campo, la squadra sta attraversando un periodo complicato. «Purtroppo non posso che convenire. Abbiamo avuto un avvio molto bello, dopo il pareggio interno col Mantova che lo reputo un incidente perché dovevamo portarla a casa, siamo stati vittoriosi con Sampdoria e Brescia. Poi tanti risultati non ci hanno dato purtroppo sicurezze e perdendo punti, anzi, ci hanno fatto sorgere qualche dubbio su come andrà in futuro».