Reddito di cittadinanza, Inps: ridurre assegno per darlo a più famiglie
L’Inps ha individuato alcune criticità nel Reddito di cittadinanza. Il progetto di riforma, accennato anche dallo stesso presidente Pasquale Tridico, potrebbe partire da un allentamento dei requisiti patrimoniali per raggiungere davvero chi ne ha più bisogno. Ovviamente un aumento dei beneficiari richiederebbe più risorse.
Secondo l’Inps, inoltre, ridurre l’importo servirebbe a rendere meno disincentivante la ricerca del lavoro. Bisogna, dicono, puntare alla “semplificazione dei requisiti e ad un possibile allargamento della platea dei potenziali beneficiari, così come è stato sperimentato con il Reddito di emergenza durante il periodo emergenziale. Nel ridisegno del RdC, e compatibilmente con le risorse disponibili, occorrerà anche affrontare la redistribuzione delle erogazioni in riferimento alla numerosità familiare.
Tuttavia, questo intervento non potrà prescindere dalla possibile riforma dell’assegno unico, per evitare di ricreare altre sperequazioni tra nuclei familiari bisognosi di sostegno. Con l’insieme di queste correzioni si potrebbe superare (o attenuare) la gran parte dei limiti dell’attuale intervento”.
Per adesso risultano 1,4 milioni i nuclei familiari e 3,4 milioni gli individui che beneficiano del reddito di cittadinanza.
In media l’importo base è 500 euro. Il presidente Tridico spiega: “Il reddito di cittadinanza ha ridotto il coefficiente di Gini, che misura le disuguaglianze tra le persone, di 0,7 punti percentuali. Si tratta della maggior riduzione negli ultimi dieci anni. L’intensità della povertà si è ridotta di circa 6 punti percentuali, da 39% al 33% circa. Il dato più importante è il trasferimento netto, oltre 7 miliardi, che grazie al RdC va verso il decimo più povero della distribuzione.
Per queste persone, il saldo tra tasse pagate e benefici ricevuti, che prima del RdC era nullo, oggi è pari a -20%”.