Il centrocampista del Palermo, Filippo Ranocchia, si è raccontato in una lunga e interessante intervista rilasciata a Paolo Vannini per il Corriere dello Sport, oggi in edicola. Protagonista della vittoria sullo Spezia grazie ai suoi calci d’angolo decisivi, Ranocchia ha parlato del suo ruolo ritrovato, delle ambizioni personali e di squadra, e della responsabilità di indossare la maglia numero 10 rosanero.
Lei per qualche partita è stato fuori per scelta tecnica. Come ha reagito e come pensa di avere riconquistato il posto? «Ho accettato la decisione, non ero contento perché ognuno di noi vorrebbe giocare sempre ma ho cercato di allenarmi bene e dimostrare che meritavo. A centrocampo ci sono tanti giocatori di alto livello per la categoria, poi tocca al mister fare le scelte. Soprattutto per chi come noi ha obiettivi importanti, in certi periodi ci sta di rifiatare e andare in panchina. Gomes? Già l’anno scorso abbiamo giocato insieme, sono convinto che risuccederà».
La distanza dalle prime però resta notevole. «Ma noi continuiamo a pensare la stessa cosa di inizio d’anno, cioè che possiamo competere per la A. In questo periodo abbiamo raccolto meno di quanto meritavamo, crediamo nelle nostre capacità. L’importante è stare in alto, faremo i conti a fine anno. Per risalire la classifica serve un filotto di vittorie, ma la B la conosciamo, nessuna partita è scontata, a cominciare da Carrara dopodomani».
Lei è un prodotto della Juventus che negli ultimi anni ha dato molto più spazio ai giovani, mentre Ranocchia è stato ceduto. Qualche rimpianto? «No, innanzitutto perché sono venuto a Palermo e una piazza del genere mi riempie di motivazioni. E’ stata una scelta voluta, nessuno mi ha obbligato, resto contento del percorso che sto facendo per crescere e migliorare. Poi credo sia dipeso da dinamiche di mercato che spesso non si possono prevedere; quando sei in una rosa forte come quella della Juve spesso preferisci giocare e andare in prestito. Ma sono a Palermo, non posso avere rimpianti».