Il Palermo domina il Bari al “Renzo Barbera”. Ranocchia e compagni vincono e convincono in una gara povera di colpi di scena, con poche occasioni per gli ospiti, ma piena gioco a tinte rosanero. L’impressione è che Rinaudo abbia regalato a Corini l’uomo perfetto nei meccanismi del Palermo. Ranocchia corre, lotta, segna e smista palloni d’oro. È facile intuire come questa categoria stia realmente molto stretta al classe 2001, che dimostra di avere tutte le qualità tecniche e caratteriali per trascinare i suoi compagni verso il grande obiettivo.
Certamente il Bari non è più la squadra dello scorso anno e in più non sta affrontando un periodo felice, ma questa Serie B sta dimostrando quanto ogni singola partita nasconda effettivamente infinite insidie. Questa sera i rosanero, però, hanno anche forse acquisito quella consapevolezza in grado di scacciare quelle ansie che spesso avevano quasi rovinato più di qualche partita.
Le zero reti subite sono un altro segnale rassicurante. In un periodo in cui l’assenza di Lucioni sembra pesare più del previsto, chiudere il match con zero reti subite può aiutare anche psicologicamente ad attutire la mancanza carismatica, esperta e da leader dell’ex Frosinone. Positiva anche la prestazione di Diakité. L’ex calciatore della Ternana, seppur abbia dimostrato di non essere eccelso dal punto di vista tecnico, ha manifestato di poter essere una pedina molto più importante ed utile soprattutto sotto l’aspetto difensivo.
In avanti l’importanza di Brunori è da sottolineare. Il centravanti di Corini svolge un ruolo importantissimo non solo dal lato realizzativo, anche se questa sera non è riuscito a trovare la via della rete, ma soprattutto da un punto di vista di collaborazione con le altre pedine in campo. Probabilmente la capacità e propensione realizzativa del Palermo nelle altre zone del campo diverse dall’attacco, sono più di una casualità. Di Francesco e Insigne continuano ad incidere poco nelle manovre offensive rosanero e forse sono proprio il meccanismo mancante per la definitiva consacrazione. Corini adesso ha trovato gli uomini giusti e ha sistemato quelle lacune caratteriali e psicologiche, nella speranza che una partita così netta e dominata possa effettivamente servire per cambiare passo e direzione. Intanto un segnale è stato lanciato: il Palermo è vivo ed è pronto a lottare contro tutti fino in fondo.