L’edizione odierna de “Il Quotidiano di Puglia” si sofferma sulla rabbia del Monopoli dopo i 6 punti persi per via dell’esclusione del Catania.
Fa male il day after in casa Monopoli. A pochi metri dal sogno, i biancoverdi si vedono sfilare in due ore ben nove punti: giustamente, quelli persi contro il Palermo al termine di una partita giocata male, molto meno i sei sottratti per la cancellazione del Catania. Solo Foggia, Paganese e Monopoli avevano vinto entrambe le partite contro gli etnei, e sono ovviamente le più penalizzate da una classifica incredibilmente riscritta a tre giornate dalla fine. Il regolamento c’è e, ad onor del vero, fu proprio la Lega Pro a modificarlo dopo il caso Matera di qualche stagione fa. All’epoca, il regolamento diceva ben altro: in caso di esclusione entro il girone d’andata, i punti venivano cancellati a tutti. Se la squadra esclusa giocava anche una sola partita del girone di ritorno, i risultati maturati restavano e venivano assegnati tre punti d’ufficio a coloro che avrebbero dovuto affrontare gli esclusi. Il caso Matera fece giurisprudenza, perché i lucani giocarono numerose partite con la “Berretti” (incassando ovviamente caterve di gol) e ritirandosi a due mesi circa dalla fine del campionato. In estate la Lega cambiò il regolamento e decise che anche in caso di esclusione dal torneo durante il girone di ritorno sarebbero stati azzerati tutti i punti.
Vai a pensare che sarebbe successo a tre giornate dal termine. Al Monopoli fa male, molto male, perché nessuna delle squadre con cui era in lotta aveva conquistato l’intera posta in palio contro il Catania: il Francavilla, in un attimo, ha recuperato cinque punti sui biancoverdi. La domanda prioritaria è semplice: chi ha consentito agli etnei di iscriversi nonostante le caterve di debiti? Il nodo sta là, non nell’esclusione a tre giornate dal termine che ha prodotto un terremoto in classifica. Da una parte il regolamento, dall’altra il cuore, perché quei punti, il Monopoli, li aveva conquistati sul campo. Mario Mercadante, poche ore dopo la sfida contro il Palermo, tuonava sui social: «Mentre stavamo lottando per il secondo posto, i vertici del nostro sistema decidono a tavolino di toglierci 6 punti conquistati sul campo e all’improvviso ci ritroviamo catapultati al sesto posto in classifica. Il motivo ? Aver vinto 2 partite con la squadra “sbagliata”. Un pensiero ai ragazzi del Catania Calcio i quali, dopo aver attraversato una stagione tra mille difficoltà, non hanno avuto neppure la possibilità di concludere la stagione in maniera dignitosa come avrebbero meritato, annullati come se quest’anno non fossero mai esistiti. Noi continueremo a lottare anche se dovessero toglierci altri 10 punti perché il nostro sogno è troppo più grande di un campionato falsato. Questo, però, non è il calcio che sognavo da bambino».
Anche Nicola Bizzotto nel post partita rivolgeva un pensiero a chi ha perso il lavoro, ma parlava anche di «una grossa sconfitta per tutto il sistema, perché a tre giornate dalla fine vedersi annullare quello che si è conquistato sul campo è una cosa scandalosa». Infine Marco Piccinni, capitano e componente Aic, è durissimo: «Oggi in questo paese, dalla serie A all’ultima categoria del professionismo, ogni società pensa al proprio lucro e al proprio obbiettivo nel breve termine senza cercare mai soluzioni che portino miglioramenti di sistema, che portino a ricavi e risultati più importanti per tutti anche se a lungo termine. Bene mi dispiace dirlo ma questo Paese non merita i giocatori del Catania calcio, non merita i Mondiali, non si merita nuovi talenti. Si merita invece un sistema di iscrizioni ai campionati che permette a società già fallite di potersi iscrivere, si merita stadi svuotati e ricavi televisivi in riduzione anno dopo anno, si merita un sistema che grazie ad una distorsione di applicazione di una legge permette ad un calciatore straniero di essere più conveniente di un calciatore italiano»