Stavolta Zamparini potrebbe avere avuto ragione. Non che si vogliano attribuire le colpe a qualcuno e dare i meriti a qualcun’altro per ciò che si è raccolto (o che non si è raccolto) in questo inizio di stagione. Però bisogna dare un’occhiata a ciò che il Palermo ha fatto (o non ha fatto) durante le prime dodici giornate di campionato.
La classifica dice 14 punti. Che siano meritati o no sono punti di vista, ma ciò che è stato palese agli occhi di tutti è che la squadra rosanero, oggettivamente, non ha mai espresso un buon calcio se non in brevissimi e rarissimi momenti. La campagna acquisti della scorsa estate, ad essere sinceri, è stata deludente: le cessioni illustri degli ormai noti protagonisti degli ultimi due anni non sono state rimpiazzate a dovere o non sono state rimpiazzate affatto. Eppure, la sensazione è che questa squadra non sia poi così scarsa e così indebolita rispetto ad una stagione fa. Il gioco, tuttavia, è stato fino a questo momento davvero deficitario ed i risultati, di conseguenza, lo sono stati altrettanto: il Palermo ha vinto il 33% delle partite disputate in campionato, quattro vittorie con il medesimo risultato di 1-0. Lo score di per sé parla chiaro: la squadra rosanero per vincere una partita ha dovuto sudare fino al novantesimo minuto. E siamo sinceri, al di là di pali, traverse e quant’altro, la fortuna alla resa dei conti ha baciato i rosa perché in almeno due successi si è raccolto più di quanto si meritasse.
Forse il voler insistere a tutti i costi su un modulo ormai non più congeniale alle caratteristiche dei giocatori in squadra, un 3-5-2 che, con un Dybala in meno a svariare per tutto il fronte offensivo ed un battagliero assente a centrocampo come Barreto, ha poco da poter dare ancora ai rosanero. Forse l’involuzione di tante pedine che lo scorso anno avevano stupito e che invece questa stagione hanno deluso. Forse il puntare sempre sugli stessi interpreti non dando spazio, alle volte inspiegabilmente, a giocatore che potrebbero dare il loro contributo alla causa. Il Palermo aveva bisogno di una scossa, di un cambio. Ma la domanda è: Ballardini sarà in grado di risolvere i problemi di questa squadra?
Fra due settimane avremo la prima risposta a questo quesito, anche se questo lasso di tempo può sembrare tanto lungo quanto brevissimo. La parola d’ordine sarà: pazienza. Da parte del presidente, che non dovrà cadere nell’errore di entrare nel vortice degli esoneri a catena. Da parte della squadra che, seppur attaccata a Iachini, il mister che per buona parte del gruppo li ha guidati per due intensi anni, dovrà mettersi a disposizione del nuovo allenatore con dedizione ed impegno. Da parte dei media e dei tifosi, che dovranno capire che nessuno ha la bacchetta magica e che se questa è stata la scelta giusta lo si saprà solo col tempo. Intanto oggi ci sarà il primo impatto fra il tecnico ed i giocatori: poco spazio alle presentazioni e subito lavoro duro. Ballardini non perderà tempo per inculcare quelle varianti che, a suo parere, potrebbero apportare dei miglioramenti nel gioco e nei risultati a questo Palermo.
E’ auspicabile un cambio di schieramento: nella stagione 2008/09, proprio il neomister apriva il ciclo del 4-3-1-2 che poi sarebbe stato marchio di fabbrica dei rosanero nelle altre due stagioni a venire, con Delio Rossi alla guida. Probabile che si parta su questa base o ancora meglio sulla variante 4-3-2-1, in attesa di rinforzi in attacco. Si ritornerà quindi alla difesa a quattro nella quale, Sorrentino e Gonzalez a parte, tutti si giocheranno il posto. Sarà forse l’occasione di Goldaniga, di cui se n’è sempre parlato bene salvo poi scendere in campo soltanto in tre spezzoni di gara. Il numero 6, insieme all’accantonato El Kaoutari e ad Andelkovic, si giocherà il posto a fianco del costaricano. Sulla destra rientrerà a breve Morganella, nel frattempo sarà corsa a due fra Rispoli e Struna, con il primo più simile al “vecchio” Cassani per fare un parallelismo a sette stagioni fa. A sinistra Lazaar sarà padrone della fascia, con la promessa a sé stesso e alla squadra di ritornare ai livello dello scorso anno. La linea mediana dovrebbe includere, salvo sorprese, il regista puro. Maresca fino a ieri sembrava in vantaggio su tutti i colleghi, ma dopo le esternazioni a seguito dell’esonero di Iachini potrebbe aver perso qualche punto: ne gioverebbe Brugman, unico vero metronomo in squadra oltre all’ex Siviglia. Accanto all’uruguaiano Ballardini potrebbe inserire i centrocampisti qualitativamente più dotati a disposizione, ovvero Rigoni ed Hiljemark, con Chochev e Jajalo un passo indietro. I ruoli di trequartisti puri alle spalle dell’unica punta (che per forze di cose non potrà che essere Gilardino) rilanciano le posizioni di Trajkovski e Quaison, che lotteranno per affiancare Franco Vazquez. Vi mostriamo, quindi, quella che al momento potrebbe essere la formazione tipo del Palermo targato Ballardini-bis.