Recentemente si è diffusa la notizia che a causa della carenza di organico le Usca invitino anche i positivi al Coronavirus ad uscire di casa per effettuare i tamponi al drive-in della Fiera del Mediterraneo.
Ma dall’Asp di Palermo smentiscono in maniera perentoria questa notizia. Stando a quanto riferito da “Insanitas.it”, a scatenare le polemiche è stato un servizio mandato in onda da una testata nazionale, in cui alcuni intervistati in coda per effettuare il tampone rapido hanno dichiarato: «Al telefono ci hanno comunicato che dovevamo venire qui a fare il secondo tampone, quando sarebbero dovuti venire loro a casa perché noi siamo in quarantena».
«Siamo risultati positivi e insieme ad un bambino di un anno ed una bambina di due anni, siamo dovuti venire qui per fare il tampone», ha affermato un’altra intervistata.
Queste affermazioni sono state, però, smentite categoricamente da Pippo Termini, coordinatore delle Usca di Palermo e direttore del Pta “Casa del Sole”:
«È necessario fare una distinzione tra la quarantena fiduciaria e quella obbligata. Quest’ultima si configura quando una persona risulta positiva al virus, il medico di base invia la comunicazione all’Usca e da questo momento il Dipartimento di Prevenzione dispone la quarantena obbligata. Significa che non si devono avere contatti con nessuno e dopo 10 giorni sarà fatto il tampone dall’Usca a casa. Se questa persona è risultata positiva e vive nel nucleo familiare con la moglie, il marito, i figli, quando l’Usca va a casa sua vengono effettuati i tamponi anche ai familiari. Queste persone non possono assolutamente uscire se prima non hanno l’esito negativo del tampone».
«La quarantena fiduciaria invece riguarda i contatti possibili con un positivo- precisa ancora Termini- Ad esempio, se a scuola un bambino risulta positivo al virus, i suoi compagni e i docenti vengono posti pure in quarantena e alla fine dei dieci giorni se risultano asintomatici non possono aspettare che vada l’Usca a casa per fare i tamponi, ma vengono richiamati presso i drive-in. Pertanto queste persone vengono in auto dopo 10 giorni in cui risultano asintomatici e a loro viene fatto il tampone per certificare la negatività al virus, in modo da liberarle in tempi brevi».
In merito al lavoro delle Usca il coordinatore palermitano dichiara: «L’Usca non è “Mr Tampone” ma un’unità assistenziale nata per prendere in carico i soggetti positivi al virus ed evitare l’ingolfamento delle strutture ospedaliere. Queste sono accuse aberranti, perché nessuno dei miei ragazzi e colleghi dell’Usca si permetterebbe di dire ad una persona in quarantena obbligata di andare a fare i tamponi al drive-in. Significherebbe non aver capito nulla di come va la situazione epidemiologica della pandemia. Inoltre, sarebbe un reato».
«Invece succede tutto il contrario, perché grazie all’azione capillare del Dipartimento di Prevenzione e delle Usca ci siamo resi conto che c’è una miriade di gente che sa di essere venuta a contatto con dei positivi, non si autodenuncia e va in giro a contagiare gli altri- conclude amaramente Termini- Dal considerarci eroi si è passati ad un clima inspiegato di caccia alle streghe nei nostri confronti. Non capisco perché in questo momento così delicato si voglia mettere in cattiva luce il personale sanitario che non guarda giorni né orari».