Quarantena finita per i migranti: in 183 sbarcheranno a Palermo

In particolare, sono state le navi Alan Kurdi ed Aita Mari, rispettivamente dell’Ong tedesca Sea Eye e di quella spagnola Salvamento Humanitario Maritimo, a portare due settimane fa i migranti in acque territoriali italiane. Tuttavia, per via della dichiarazione del governo italiano dello scorso 8 aprile, che ha definito “non sicuri” i nostri porti a causa dell’emergenza coronavirus, le navi non potevano attraccare nel nostro territorio.

Da qui dunque l’idea di far trasbordare i migranti in un’altra nave, in cui far trascorrere a bordo il periodo di quarantena. L’ipotesi è poi diventata realtà il 17 aprile, con i primi migranti provenienti dalla Alan Kurdi trasferiti a bordo proprio della Rubattino. Due giorni dopo, è toccato alle persone precedentemente a bordo della Aita Mari.

In totale, come detto, sono stati 183 i migranti all’interno dell’unità navale della Tirrenia, fatta attraccare nella rada del porto di Palermo. Ed è proprio nel capoluogo siciliano che le persone della Rubattino sono state fatte sbarcare in mattinata.

Finiti i termini della quarantena, i migranti adesso potranno toccare la terraferma arrivando all’interno del porto del capoluogo siciliano. Qui dovrebbero essere provvisoriamente accolti all’interno di una struttura, non è chiaro poi dove saranno diretti. Da ricordare infatti come, nel momento del trasbordo dei migranti della Alan Kurdi, è stata data notizia dal governo di un accordo con la Germania e con altri Paesi Ue per il ricollocamento delle persone a bordo dell’Ong tedesca.

Ma proprio su quell’accordo si sono concentrate a metà aprile non poche polemiche. In primis perché in tanti, soprattutto dall’opposizione, hanno intravisto la possibilità della mancata attuazione di quell’intesa. In un momento in cui tutte le frontiere d’Europa sono chiuse proprio per via dell’emergenza coronavirus, la promessa di redistribuzione potrebbe risultare in seguito vana.

Inoltre, nel momento dell’arrivo dei migranti della Alan Kurdi non sono mancate perplessità sulla scelta di far comunque entrare le navi Ong all’interno del territorio italiano: “Avanti, c’è posto!”, aveva dichiarato il 17 aprile scorso il leader della Lega, Matteo Salvini.

Occorre quindi adesso vedere se i migranti verranno effettivamente destinati ad altri Paesi europei oppure se, al contrario, rimarranno a lungo nel nostro territorio. Quando le 183 persone arrivate dalle navi Ong saranno sulla terraferma, bisognerà trovare luoghi idonei e dunque attivare quei circuiti di accoglienza che già nei giorni scorsi hanno messo in difficoltà le autorità locali siciliane.

Sull’isola infatti è da alcune settimane corsa contro il tempo per trovare luoghi idonei non sono ad ospitare i migranti, ma anche a garantire il rispetto del distanziamento sociale ed evitare possibili contagi. Con non pochi malumori da parte di numerosi sindaci dei comuni siciliani.

Intanto da Palermo le autorità sanitarie hanno fatto sapere che tutti i migranti in questione sono risultati negativi ai tamponi, nessuno dunque sarebbe affetto da coronavirus. Tuttavia, le perplessità e le preoccupazioni in vista del loro possibile ricollocamento non mancano, così come non mancheranno polemiche di natura politica anche a livello nazionale.