Quando un pari brucia più di una sconfitta: Palermo, che sfortuna!
Alzi la mano chi alla vigilia di Sampdoria-Palermo si aspettava un finale così. Probabilmente nessuno ed il perché è presto detto. I blucerchiati arrivavano infatti da quattro sconfitte consecutive ed il loro imperativo oggi era soltanto uno: vincere. Per questo motivo, la maggior parte dei tifosi rosanero avrebbe firmato per un pareggio, un risultato che avrebbe comunque smosso la classifica e continuato il trend positivo del Palermo lontano dalle mura amiche del “Renzo Barbera”.
Ed il pareggio, alla fine, è arrivato. I rosanero sono saliti a quota sei lunghezze staccando di un altro punticino l’Empoli ed un Crotone sempre più ultimo e candidato ad un campionato di sofferenza, ma alla luce di com’è andata la sfida del “Luigi Ferraris” è impossibile sorridere. Quelli di oggi, infatti, sono due punti persi. Due punti che si sommano a quello non trovato contro la Juventus. Due punti strappati ai rosanero all’ultimo secondo da un gran tiro dalla distanza di Bruno Fernandes.
E se quelli dell’Atalanta avranno pensato “chi la fa l’aspetti”, l’intero ambiente palermitano sarà tuttora incredulo. Ancora una volta il Palermo di De Zerbi ha offerto buon gioco, affrontando a testa alta e senza paura una squadra che dal canto suo giocava con l’acqua alla gola. Ancora una volta i rosanero si sono dimostrati una macchina da trasferta. Ancora una volta bomber Nestorovski ha zittito gli scettici svolgendo al meglio il suo mestiere: fare gol.
Ma ancora una volta, purtroppo, contro la fortuna il Palermo ha avuto la peggio. Era successo già due sabati fa contro la Vecchia Signora, è accaduto nuovamente oggi contro la Sampdoria. Seppur in maniera differente: quella volta il tocco di Goldaniga, oggi la rete all’ultimo istante. Nulla da togliere al bellissimo gol di Bruno Fernandes. Anzi. A lui vanno i meriti di aver trovato l’unico modo per trafiggere un (ancora una volta) super Posavec che, dopo una prestazione da 10 in pagella, niente ha potuto sul quel maledettissimo siluro arrivato allo scadere.
E se è vero che le partite non finiscono fin quando l’arbitro non fischia tre volte, è anche vero che al Palermo visto a Genova non si può rimproverare nulla. La strada è quella giusta, ora non resta che far pace con la “Dea Bendata” e soprattutto tornare a gioire anche al “Renzo Barbera”.