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Quando lo sport influenza la cultura

Sul rapporto tra sport e cultura ed in particolare sul linguaggio sportivo si potrebbe scrivere di tutto e di più. Il calcio fa parte della cultura italiana: come si suol dire, esistono 60 milioni di allenatori e allenatrici nel nostro paese quando si tratta di parlare di calcio.

La Serie A e l’Italia continuano ad avere un peso importante nel mondo del calcio: infatti, nonostante l’esclusione dai Mondiali 2022, il ranking dell’Italia è comunque migliorato. E questo peso si rispecchia anche nei nostri modi di dire e di fare quotidiani.

Ogni giorno, anche senza farci troppo caso, siamo abituati ad usare termini che fanno parte dello sport. Metafore, neologismi, tecnicismi sono generalmente gli aspetti più utilizzati. Ma quali sono quelli più comuni?

I modi di dire sportivi nel linguaggio comune

E senza contare l’aspetto legato al tifo, il che aprirebbe scenari ancora più ampi, quali sono i modi di dire sportivi che vengono utilizzati maggiormente nel linguaggio comune? Scopriamoli insieme!

Zona Cesarini

Forse la più famosa in ambito calcistico è una frase che deve la sua popolarità a Renato Cesarini, un calciatore argentino che difese i colori della Juventus dal 1929 al 1935. A cosa è legata questa affermazione? Al fatto che lo stesso Cesarini era solito segnare le sue reti al 90° minuto di gioco. E dunque nell’immaginario comune assume una valenza di “riuscire a fare qualcosa all’ultimo minuto”. E ti sarà capitato sicuramente di sentirla quando una squadra segna all’ultimo secondo o semplicemente facendo una qualsiasi cosa durante la giornata.

In punta di fioretto

Prestato dalla scherma al mondo di tutti i giorni, dove il fioretto è uno delle armi usate nella scherma, rappresenta il modo di approcciarsi, di interagire od entrare all’interno di una conversazione in modo elegante, delicato e raffinato. D’altronde la scherma è sempre stata uno sport di classe e di eleganza in cui la disciplina del fioretto stessa, vede i due contendenti compiere movimenti leggeri per studiare le mosse toccando solamente con la punta.

Fare melina

Un altro termine derivante dal mondo del calcio e che entra nell’utilizzo del linguaggio comune è il termine fare melina. Se durante una fase del match tra due squadre sta ad indicare un passaggio lungo e continuo della sfera senza che gli avversari abbiano modo di toccarla mantenendo così un punteggio favorevole, nel comune invece vuol dire compiere degli atti con chiari intenti ostruzionistici tirando più a lungo la situazione. E così come nello sport anche nella vita, possiamo affermare come questo sia un atto non propriamente elegante ed
accettabile.

Appendere le scarpe al chiodo

Creato appositamente per lo sport, entra di diritto nei modi di dire una frase iconica che tende a rappresentare la fine di un qualsiasi impegno. Se “ho appeso le scarpe al chiodo” è la frase che nel mondo del pallone si sente più spesso, nel quotidiano invece vuol dire la fine ad esempio della propria professione.

Un termine che per amor del vero è derivante dal termine utilizzato in Inghilterra (patria del calcio) “ to hang up one’s boots” letteralmente appendere le scarpette da calcio al chiodo (in inglese football boots).

Mettere alla corda

Altra frase iconica molto utilizzata nel comune, prende vita dalla nobile arte del pugilato. Un sport importato dalla Francia nel nostro paese agli inizio del Novecento, anche se nella sua forma originale prende avvio in terra inglese, ci regala questo termine per indicare quando qualcosa o qualcuno ci mettono alle strette, senza darci modo di ragionare, senza modo di fuggire insomma, Ed è proprio come avviene sul ring: quando un pugile è messo alle corde vuol dire che non ha una via d’uscita rapida trovandosi così in una situazione non piacevole, rimanendo inchiodato sotto i colpi dell’avversario.

Gettare la spugna

Anche qui il pugilato ci regala una frase dell’immaginario collettivo. Un termine che nel mondo dello sport nessuno vorrei mai vivere. E se nella boxe vuol dire che l’allenatore di un pugile decide di mettere fine all’incontro tirando la spugna o l’asciugamano sul ring, nella vita quotidiana vuol dire non riuscire a portare avanti un impegno perché si è in grande difficoltà.

A gonfie vele

Se il calcio o la boxe hanno nel tempo fatto sì che si sviluppassero più modi di dire, è pur vero che esistono altri sport meno praticati che però non sono da meno. Infatti, in Italia lo sport ha sempre avuto una sua importanza: anche secondo l’infografica di ExpressVPN sugli sport più visti in streaming, non è solo il calcio lo sport più seguito in streaming.

Inoltre, molti italiani tendono a seguire grandi eventi sportivi indipendentemente dal tipo di sport. Prendiamo come esempio la vela, sport molto praticato in Italia anche per la tradizione della Barcolana, la più grande regata al mondo che si tiene ogni anno a Trieste. Andare a gonfie vele in questo sport nautico vuol dire seguire la direzione del vento prendendo sempre più velocità tanto da gonfiare letteralmente le vele. In questo modo chi riesce a prendere il vento prende vantaggio sull’avversario.

E nell’uso quotidiano sta significare che tutto sto andando per il verso giusto, che si sta seguendo la migliore modalità approfittando delle condizioni favorevoli con le quali raggiungere l’obiettivo.

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Redazione Ilovepalermocalcio