L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla gara che l’Italia giocherà contro la Svizzera domani sera.
Chiesa contro le guardie svizzere. Detto così suona come un thriller ambientato in Vaticano. Invece è la fotografia della nostra vigilia. Come attaccheremo la Svizzera domani, nella partita che Roberto Mancini ha definito «la più importante dell’anno»? Ci serve una vittoria per non volare domenica a Belfast, circondati dai fantasmi di possibili playoff. E, da che calcio è calcio, senza gol non si vince. Ciro Immobile, miglior bomber azzurro in attività (15 gol), 10 gol in 11 match del campionato in corso, è stato fatto fuori da una lesione muscolare. In questo primo scorcio, la Serie A, per una ragione o per l’altra, non ha candidato un’alternativa forte nel ruolo: Belotti, Raspadori, Scamacca e Kean, tra tutti, hanno messo insieme 7 gol, uno in più di Destro. Vero che Federico Chiesa ne ha firmato uno solo in 10 partite di campionato, ma è anche vero che ne ha fatti due bellissimi al Chelsea campione d’Europa e allo Zenit in Champions. E’ stato il migliore contro la Spagna nella semifinale di Nations League che ha interrotto l’imbattibilità azzurra ed è stato il migliore sabato contro la Fiorentina. La furia verticale di Chiesa resta oggi la nostra migliore garanzia offensiva. Si però il centravanti chi lo fa?
Canta il Gallo Roberto Mancini, durante questi giorni di ritiro, ha allenato due soluzioni: quella del centravanti vero, incarnata da Andrea Belotti; e quella del finto nove che si presta a diverse interpretazioni, con Bernardeschi o Insigne, chiamati ad aprire spazi, incorniciati da due esterni. Il Mancio ha affilato le due opzioni a Coverciano, come fa l’arrotino sulle mola e, sbarcato a Roma, ieri, si è indirizzato a passo deciso verso uno dei due rami del bivio: quello del centravanti vero, quello del Gallo Belotti. La rifinitura di oggi metterà il timbro sulla sua titolarità. Anche se è bene procedere con passi leggeri, come si fa sul ghiaccio. Prima Chiellini, poi Immobile si sono presentati in conferenza stampa per raccontare emozioni e prospettive e poi hanno fatto le valigie e lasciato il ritiro azzurro. La prudenza è di rigore. Se i muscoli di Belotti non faranno scherzi nell’allenamento di oggi, l’attaccante granata guiderà domani l’Italia all’Olimpico contro la Svizzera, tra la furia di Chiesa e la poesia di Insigne. Immobile aveva già avuto problemi con l’Atalanta, si è trascinato per altre due partite ed è stato falciato dall’infortunio. Una delle tante vittime di un calendario affollato che il belga Courtois ha attaccato durante la recente fase finale della Nations League. Per dire, Barella ha giocato 16 partite su 16 da titolare con l’Inter, tra campionato e coppa, ed era titolare anche nella finalina della Nations contro il Belgio. Non si ferma mai. Non a caso, per precauzione, ieri ha lavorato a parte con Bastoni e Berardi. In questo senso, l’infortunio al tendine peroneo ha paradossalmente preservato le energie di Belotti. Il Gallo si è fermato dopo Fiorentina-Torino del 28 agosto ed è tornato il 17 ottobre con il Napoli: 50 giorni di riposo forzato. E’ ancora lontano dai suoi picchi più alti di rendimento e non ha la condizione per reggere una partita intera..