L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla Nazionale di Mancini che si appresta ad affrontare la Svizzera con qualche defezione.
Ci giocheremo il Mondiale senza il centravanti titolare. Venerdì, stadio Olimpico, Italia-Svizzera: doveva essere la notte di Immobile, ma la missione gol per la qualificazione toccherà a qualcun altro (o altri, magari). Come un cazzotto nello stomaco, per Ciro e anche per Mancini: ieri poco dopo pranzo, e non è stata una bella digestione. «Sofferenza muscolare a carico del muscolo soleo della gamba sinistra», la sentenza che ha aperto l’emergenza attacco della Nazionale: Immobile era l’uomo gol anti-Svizzera, per meriti di campo azzurri ormai acquisti e perché nessuno stava bene come lui, fra gli attaccanti convocati dal Mancio. Stava, appunto. E ora il c.t. dovrà decidere come cambiare lo spartito.
Soleo, muscolo delicato L’esito dei test clinici di ieri pomeriggio è stato una botta totalmente inattesa: Immobile prima degli accertamenti era andato anche in conferenza stampa, carico come una molla. «Metterò tutto me stesso in campo per queste due gare: dopo la delusione del 2017 non può essercene un’altra». La beffa delle ultime parole famose, e infatti Ciro ha lasciato Coverciano quasi in lacrime, un po’ di rabbia e molto di sconforto. Sentiva un dolorino al polpaccio da lunedì, “regalo” da sovraccarico di fatica dopo la gara di domenica contro la Salernitana, ma non aveva lanciato l’allarme: aveva lavorato a parte, si pensava alla solita prudenza “conservativa” per tutelare un collaterale del ginocchio che ogni tanto cigola. Era sicuro che sarebbe passato tutto, invece ieri mattina il dolorino era diventato fastidio: meglio verificare, ma nessuno si aspettava un edema così importante. Abbastanza da escludere la possibilità di un recupero, anche perché il soleo è muscolo particolarmente delicato.
Canta il Gallo? Mancini ha preso atto e ha chiamato al suo posto Gianluca Scamacca, arrivato a Coverciano in serata. Aprendo poi il libro delle riflessioni: come cambiare l’attacco senza Immobile? Ovvero – per quanto sia discusso – senza il miglior marcatore azzurro in attività (15 gol) e il migliore della sua era: 8 gol come Belotti. Ecco, il Gallo. A lungo, nella gestione del c.t., l’alternativa “alla pari” di Immobile. Ma in ordine di probabilità, se ce n’è uno, per venerdì non ha più chance della formula falso nove. Belotti non è sicuramente ancora tornato al top della forma: dal suo rientro dopo l’infortunio al tendine peroneo (17 ottobre) ha giocato cinque gare di campionato, solo due da titolare, non stando mai in campo per più di un’ora (scarsa) e segnando un gol, contro la Samp, il suo 100° in A. Non mette la maglia azzurra dalla finale di Wembley contro l’Inghilterra, l’ultima da titolare era stata nel girone, contro il Galles, l’ultimo gol vero il 28 marzo in Bulgaria, qualificazioni al Mondiale, derubricando a formalità quello segnato a San Marino nell’amichevole preEuropeo di fine maggio.