L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara in programma oggi del Mondiale in Qatar alle ore 20.
Noi li chiamiamo giovani perché li invidiamo. Alla loro età un calciatore italiano è appena uscito dalla Primavera e se gioca (Miretti, Volpato) noi siamo lì a notare l’eccezione. Invece Gavi e Musiala, 18 e 19 anni, sono già architravi di due potenze del Mondiale e ci sventolano davanti al naso un quesito di difficile risoluzione: i nostri ragazzi sono bravi e non vengono valorizzati oppure da noi certi talenti non nascono più? In ogni caso il problema non riguarda Spagna e Germania, che hanno allevato nelle loro case le piantine pregiate di un futuro infinito. Il problema è di chi non ha saputo creare lo stesso giardino.
RISCATTO. Stasera, allo stadio Al Bayt, è Jamal Musiala a sentire la pressione sulle spalle. Non per una questione individuale, anzi: contro il Giappone, nonostante la sconfitta, è stato uno dei migliori in campo. Come si dice in questi casi, gli è mancato solo il gol. Nel Bayern ha già giocato 100 partite tonde tonde, con 9 gol nelle 14 giornate di questa Bundesliga. Ha insomma l’esperienza, oltre alla qualità, per gestire il momento. Ma la situazione del girone gli impone un contributo extra per tirare fuori la Germania dalla paura. Dopo il flop di Russia 2018, che provocò uno sconquasso generazionale nella squadra, il rischio di una nuova eliminazione al primo turno è concreta. Per rimediare, battere la Spagna è quasi obbligatorio: 4 punti non basteranno, se il Giappone liquiderà come da pronostico la Costa Rica.