L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara tra Uruguay e Corea del Sud in programma oggi.
«La nostra storia e questa maglia ci richiedono di vincere». Parole di capitano, Diego Godin, il totem dell’Uruguay, oggi contro la Corea del Sud alla sua 160ª presenza con la Celeste, record nel suo Paese e quinto in questa speciale classifica ai Mondiali, dove al comando c’è Cristiano Ronaldo (191 finora). Ma quando scende in campo l’Uruguay non è mai solo, accompagnato sempre dalla leggendaria “garra charrua” quell’insieme di tenacia e volontà che supera ogni avversità. E potrebbe servire anche stavolta perché se i favori del pronostico sono tutti per Suarez e compagni, Arabia Saudita e Giappone hanno dimostrato che spesso non servono per conquistare i tre punti.
«Sappiamo dove vogliamo arrivare – le parole del ct Diego Alonso, subentrato in corsa al Maestro Tabarez per far qualificare la Celeste quando il Qatar sembrava allontanarsi – e vogliamo raggiungere i nostri obiettivi, ma la cosa principale adesso e fare bene nel match d’esordio, è la partita più importante». Anche perché la Corea del Sud ha perso solo uno dei ultimi nove incontri (3-0 con il Giappone) e avrà il suo leader, Son Heung Min, che giocherà con una maschera realizzata per la sua squadra di club, il Tottenham di Antonio Conte, per proteggergli l’orbita dell’occhio sinistro fratturata e quindi operata lo scorso 3 novembre.