L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla semifinale del Mondiale in Qatar tra Argentina e Croazia.
Dicono che il suo talento nel tempo abbia unito Zagabria e Spalato. Modric è il capitano di un popolo con meno di 4 milioni di abitanti, alla terza semifinale mondiale in 24 anni, la seconda consecutiva dopo il 2018 in Russia. «Nessuno ci dava per favoriti. Tutti guardano ai grandi P aesi. Dato che siamo piccoli non pensavano a noi, ma non ci dispiace restare nell’ombra». Il numero 10 del Real Madrid l’ha definita la partita della vita. Un altro derby con Messi, quasi nella stessa situazione. A 37 anni si gioca l’ultima opportunità per tentare di vincere il Mondiale. «Cercheremo di giocare la miglior partita della nostra vita e spero sia sufficiente per raggiungere la finale. Messi? Ho voglia di giocare, non solo di giocare contro un grande come Leo. Ci potrà creare dei grossi problemi, lo sappiamo, ma siamo pronti».
Sin miedo, senza paura. È il motto che l’Argentina urla alla vigilia della semifinale, accompagnata dalle solite tensioni. La prima è retroattiva, perché generata dalla rissa con l’Olanda che ha generato un’inchiesta disciplinare della Fifa (ma quando decidono?). La seconda è programmatica, perché la Selecciòn fin qui molto ha costruito e tanto ha dissipato. Dal pareggio dell’Australia e dalla beffa olandes e è stata salvata da Emiliano Martinez detto el Dibu, il disegnetto, un portiere che è anche un grande personaggio.
E allora Lionel Scaloni prepara la squadra ricordandole di «pensare solo al campo e a fare una grande partita. Sappiamo bene cosa fare, abbiamo studiato la Croazia. Non ho mai sentito la pressione, neppure dopo la sconfitta contro l’Arabia Saudita, e quindi non la sento adesso. La nostra speranza è la stessa di un intero popolo che ci segue, in Qatar e in tv: vincere». Per centrare la sesta finale mondiale della storia – solo la Germania con 8 ne ha raggiunte di più – le leggerezze commesse negli ottavi e nei quarti non saranno ammesse. La Croazia poi, dopo aver saltato due turni grazie ai calci di rigore, non aspetta altro.