Qatar 2022. Oggi alle 16:00 la finale Argentina-Francia. Le probabili formazioni

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara finale del Mondiale in Qatar tra Argentina e Francia.

Una finale eterna, forse irripetibile, non solo perché si gioca per la prima volta nel Golfo Persico, durante l’inverno, e coincide con la giornata di festa nazionale del Qatar, riunificato il 18 dicembre 1878. L’emiro Tamim bin Hamad Al Thani e Gianni Infantino, il capo della Fifa, hanno già vinto. La ventiduesima edizione della Coppa del Mondo all’Argentina o alla Francia. Un epilogo inimmaginabile nel 2010, quando Blatter, Sarkozy e Platini accolsero la candidatura araba. Le inchieste e le denunce si sono moltiplicate, ancora occupano le cronache, ma da quando è cominciato a rotolare il pallone, un mese fa, l’interesse si è spostato su Messi e Mbappé.

C’è il mondo del calcio a Doha. Vecchi campioni tra yacht di lusso, lo sfarzo dei grattacieli, spiagge e un deserto reso confortevole da una macchina organizzativa capace di riunire 32 nazionali e 1,7 milioni di tifosi nella stessa città senza che si verificasse un incidente. Un altro piccolo record nella storia del Mondiale, a patto non succeda niente: tanti sono ancora a caccia del biglietto. In tribuna autorità è annunciato Emmanuel Macron, il presidente francese. E’ un affare di stato, non solo di prestigio e di orgoglio nazionale, considerando le affinità e i rapporti con la proprietà qatariota del Psg. La Casa Rosada di Buenos Aires non conferma la partecipazione di Alberto Fernandez, anzi il viaggio presidenziale è ritenuto improbabile, ma non esistono certezze.

Novantamila spettatori allo stadio iconico di Lusail. Design ispirato dal gioco di luci e ombre tipico di una lanterna araba. Intorno c’è il deserto, ma il pallone è arrivato sino a qui, nella terra dei petrol dollari e del gas naturale, inseguendo la moltiplicazione dei ricavi. Ecco perché può essere una finale eterna. Segna il confine tra il vecchio e il nuovo calcio, sotto forma di business, in una notte da consegnare alla storia. Resta una sola cartuccia a Messi per chiudere il cerchio: in 90 o 120 minuti può toccare il mito di Maradona, restituendo il titolo alla Seleccion 36 anni dopo Messico 1986. L’ultimo tango, anche se nella terra di Rosario il ballo preferito è la cumbia, potrebbe consacrarne la carriera. Di sicuro, raccontano gli argentini, in Nazionale non l’avevano mai visto così forte. Mbappé, 24 anni martedì, può centrare la doppietta, replicando l’impresa riuscita (in età così giovane) solo a Pelé (1958 e 1962). E’ l’immagine, al contrario del calcio poetico di Messi, dello strapotere fisico applicato al talento. In ogni ca so, il successore designato.

 

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Redazione Ilovepalermocalcio