L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’Italia e sui playoff che dovrà disputare per provare ad accedere al Mondiale in Qatar 2022.
Maledizione, ancora playoff. Il fantasma che pensavamo di aver definitivamente cancellato dall’orizzonte, l’incubo svedese che si materializza sulla strada di Qatar 2022. Abbiamo bruciato tutto il vantaggio di punti e psicologico in questo post Europeo, l’illusione di essere i più forti, lasciandoci superare dalla Svizzera. Adesso, se vogliamo qualificarci, ci sono due partite. Siamo teste di serie, ma cambia poco. Con la prospettiva di quattro mesi a tormentarsi su quello che poteva essere e su quello che forse sarà. E la prospettiva di una finale “dentro o fuori” contro il Portogallo di CR7 o la Svezia di Ibra a Lisbona e Stoccolma. Può succedere, sì.
Il regolamento Ai playoff partecipano 12 squadre: le 10 seconde dei gruppi e le 2 migliori di Nations League non qualificate via gruppi. Al sorteggio di venerdì 26 novembre queste 12 saranno divise in due fasce: 6 teste di serie, 6 “non” teste di serie. In attesa dei risultati di oggi, la situazione al momento è questa. Teste di serie: Portogallo, Scozia, Italia e Russia sicure, più Svezia e Polonia. Non teste di serie: Galles, Macedonia, Turchia (ma Norvegia e Olanda possono subentrare), Finlandia (o Ucraina), più Austria e Repubblica Ceca dalla Nations.
Gli incroci. Al sorteggio saranno disegnate tre “final four” tipo tabellone tennistico. In ogni “final” avremo 2 teste di serie e 2 “non”. Per fare un esempio teorico, potrebbero essere accoppiate Italia-Austria e Portogallo-Macedonia. Partita secca il 24/25 marzo a casa della testa di serie. Le due vincenti si sfidano poi nella finalissima per l’unico posto disponibile, la sede decisa sempre il 26 per sorteggio. Quindi, anche superando un primo turno più agevole, potrebbe capitare un rivale pericoloso e anche in trasferta. Tre “final four” e tre qualificate.
I rivali L’analisi delle avversarie non può essere limitata alle squadre di seconda fascia, visto il doppio turno. Sulla carta soltanto il Portogallo è forte come noi, forse tecnicamente di più, ma meno squadra. Svezia, Russia, Polonia, Scozia, Galles, Turchia, Macedonia, Finlandia, Austria e Repubblica Ceca sembrano inferiori. Nessuna di loro è una big. Ma il rischio è di usare il diaframma dell’Europeo o delle qualificazioni precedenti, quando l’Italia trovava sempre la soluzione. Abbiamo perso molte sicurezze da allora. Psicologicamente l’incrocio peggiore sarebbe quello con la Svezia che ci ha fatto male nel 2017. Oggi il percorso migliore sembra la Finlandia in semifinale e il Galles o la Russia in finale, ma non è la stessa cosa giocarsi il Mondiale a Roma oppure a Cardiff e Mosca .