Qatar 2022: Italia, Marzo è troppo vicino. Serve la “rivoluzione” Lucca
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’Italia e sui playoff per accedere al Mondiale 2022.
Aspettando anzitutto Spinazzola, ora Roberto Mancini avrà tante cose su cui riflettere: per capire cosa fare meglio e cosa evitare per affrontare al top, e con chi, il playoff della verità. Ma una cosa su tutte la eviterà lui per primo: piangersi addosso. Ci sono quattro mesi per “restaurare” il quadro improvvisamente scolorito di questa Italia: il c.t. non farà rivoluzioni, ma sicuramente non si farà guidare solo dalla riconoscenza — e per nulla da un’insistenza assoluta in certe scelte passate — per ridare smalto e sicurezze alla squadra.
Calabria e Zappacosta. All’orizzonte di marzo non si vedono nomi che possano in così poco tempo guadagnarsi con certezza l’ingresso nel gruppo. Tranne forse uno, quello di Lorenzo Lucca. Per il resto il c.t. dovrà scegliere — e probabilmente lo farà — se confermare la fiducia a giocatori solo ultimamente entrati, o rientrati, più o meno stabilmente nei suoi radar. Non sono previsti outsider nel reparto portieri, mentre la novità fra i laterali di difesa sarà in realtà – è quello che ci auguriamo tutti – un semplice riabbracciare l’uomo che più è mancato all’Italia nel post Europeo: Leo Spinazzola, la freccia che aveva sublimato il gioco dell’Italia, trasformandolo quando necessario da originale a imprevedibile. Un altro innesto di freschezza e sfrontatezza può essere quello di Calabria, ma promette di essere interessante anche il ritorno in extremis dopo tre anni di Zappacosta, se nei prossimi mesi confermerà che l’Atalanta, dopo il Genoa, lo ha fatto rinascere. Per il resto, anche se non sarà possibile, all’avvicinarsi di marzo bisognerebbe mettere in frigorifero non solo Bonucci ma in particolare il miglior Chiellini, per averlo sicuramente abile e arruolato per la doppia sfida. Nel frattempo Mancini osserverà con attenzione l’evoluzione della stagione di Acerbi, finora non brillante come in passato, la stabilità dei progressi di Bastoni e l’utilizzo nella Roma di Gianluca Mancini, che ha la stessa duttilità di Toloi ma non sempre ha convinto il c.t. come l’atalantino.