L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla questione diritti tv per il Mondiale in casa Rai.
La Rai viaggia verso il Mondiale del Qatar con un enorme macigno sulle sue fragili spalle. Per aggiudicarsi i diritti della competizione, la televisione di Stato ha pagato una cifra senza precedenti. Se Mediaset prese i Mondiali di Russia del 2018 per 78 milioni, quattro anni dopo la Rai ne ha versati ben 160 per il Qatar (questa è la cifra echeggiata nelle riunioni del Consiglio di amministrazione ad aprile del 2021). Per recuperare una simile spesa, Viale Mazzini confidava in una doppia eventualità: la qualificazione degli Azzurri (che non è arrivata) e il loro approdo quantomeno alla semifinale. In semifinale, l’Italia di Mancini avrebbe richiamato davanti allo schermo 17,5 milioni di persone.
Nella previsione della tv di Stato, dunque, il 64% della platea televisiva di quella notte magica avrebbe scelto Rai 1.
Una finale con gli Azzurri avrebbe portato lo share addirittura all’85%, con 24,7 milioni di tifose e tifosi, di nonni e nipoti, a cantare il porompompero. In un’occasione così, Rai Pubblicità avrebbe drenato cifre importanti. Ce lo dice la finale dell’ultimo Europeo tra Inghilterra e Italia (poi vinta dai nostri) quando i migliori spot — per collocazione oraria — sono stati offerti ognuno a 1 milione 112 mila 200 euro. Cifra forse mai toccata nella storia della televisione di Stato.
Adesso, come limitare i danni? La Rai ha oggi due sole possibilità. Venderlo per intero, con la sola eccezione della semifinale e della finale. E l’acquisto totalitario delle 64 partite del torneo può essere ipotizzato — in linea teorica — da un unico editore: Sky. Solo Sky dispone, in teoria, dell’assetto necessario per ricavare vantaggi dalla manifestazione. Potrebbe proporre alcune partite gratis (sul digitale terrestre) e altre a pagamento (via web o via satellite). Potrebbe vendere abbonamenti insieme alla pubblicità. Una mossa di Sky verso Rai, in ogni caso, non risulta ancora. Amazon, ovviamente, avrebbe i soldi per prendere il Mondiale. Ma la rete Internet, che ha retto a fatica la Serie A su Dazn, a maggior ragione traballerebbe con il Mondiale.
Comprare e poi fare una brutta figura con gli sportivi è uno scenario che Amazon teme molto. È possibile, dunque, che la Rai non trovi un compratore e trasmetta l’evento. Le condizioni sono pesanti. Nel 2018, Mediaset incamerò 95 milioni di pubblicità (a fronte di una spesa di 78 per i diritti). Quell’estate, le tv concorrenti non trovarono le frecce necessarie a distrarre gli italiani dalle partite. Quest’inverno, invece, Mediaset, La 7, Sky, Discovery organizzeranno una controprogrammazione spietata contro Rai, a colpi di fiction, serie e show. Da sempre poi la Rai ha tetti di affollamento pubblicitario più severi di Mediaset. Tetti che la direttiva europea Smav (recepita dall’Italia nel 2021) ha reso ancora più stringenti. Le notti magiche, per le altre Nazionali, non saranno facili per la nostra tv pubblica.