Pulvirenti: «Il Catania con Finaria sarebbe ancora vivo e vegeto. Mio ritorno? Il cuore dice sì, ma…»

L’edizione odierna de “La Sicilia” riporta un’intervista all’ex patron del Catania Pulvirenti il quale si è espresso in merito alla fine fatta dal club etneo.

Ecco qualche estratto:

«L’epilogo è stato particolarmente doloroso per tutti, ovviamente anche per me. In premessa, non temendo smentita, posso dire che con Finaria il Catania non sarebbe mai fallito, si era intrapresa la strada del concordato in continuità proprio per scongiurare i rischi legati all’esposizione debitoria, comunque compensata dal patrimonio immobiliare. Lo stretto controllo assicurato da questo percorso avrebbe salvaguardato la società. Così oggi il Catania sarebbe ancora vivo e vegeto, pronto a continuare la sua straordinaria storia, con o senza di me. Nella primavera del 2020 si parlava sempre dei 50 milioni di debiti, sbandierati, da qualcuno con un preciso obbiettivo… quello di rappresentare una condanna definitiva, e che voleva a tutti i costi questo club gravemente indebitato, dimenticando volutamente di precisare che in contrapposizione a questi debiti c’era Torre del Grifo Village, che a bilancio, e non secondo fantasia, di milioni ne valeva 65. Qualsiasi prospettiva di rilancio ad altissimi livelli non può prescindere dalla disponibilità di Torre del Grifo, con cui è possibile ad esempio fare quel che noi abbiamo fatto in termini di valorizzazione del settore giovanile con relative plusvalenze. Sigi? Fin dal 23 luglio, purtroppo, ero sicuro che la vicenda si sarebbe risolta così, considerando un piano industriale estremamente lacunoso e approssimativo. Speravo di sbagliarmi, purtroppo non mi sono sbagliato. Sulla fideiussione di Torre del Grifo non sostituita da SIGI dico che si tratta di un inadempimento molto grave e potrebbe portare a scenari ed a conseguenze inimmaginabili, gli avvocati sono già al lavoro. Lo Monaco? Lo definirei un gigante per quello che è riuscito a fare a Catania. Lo Monaco è un vero fuoriclasse. Mi sono scusato per i miei errori. Andai via per questioni di scelte. Su Cosentino posso dire che è un professionista riconosciuto. Venne scelto per ovviare all’interruzione del rapporto con Jorge Cyterzspiller storicamente legato a Lo Monaco. L’intenzione era quella di mantenere forte il legame con il mercato argentino. Un mio ritorno? Con il cuore dico di sì e saprei cosa fare ma le condizioni attuali non permettono di poter recitare un ruolo di primo piano tale da rilanciare il nuovo Catania. Ci vogliono tre cose: grande disponibilità economica, passione e competenza».