L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla “ribellione” di Leo Messi al Psg, ma non solo, anche le grane di Messi e Mbappè.
Per allenare il Psg servirebbe anche un diploma di artificiere. Ne sa qualcosa Mauricio Pochettino che ogni giorno deve disinnescare situazioni esplosive ed evitare che salti in aria uno spogliatoio imbottito di star. Con il rischio di mandare in fumo il grande sogno dell’emiro di conquistare la Champions League, nell’anno del Mondiale in Qatar.
Le micce non mancano e forse all’inizio era inevitabile. L’ultima l’ha accesa Messi, facendo capire di non gradire di essere sostituito. Ma non mancano tensioni latenti in porta tra Donnarumma e Navas, in difesa con l’atteso rientro di Sergio Ramos. E in attacco, dove sacrificare Di Maria e pure Icardi può diventare un problema, quanto il rinnovo di Mbappé.
Intanto però va ammorbidita l’onda d’urto di Messi. Il cambio non rientra nel suo vocabolario. E la mancata stretta di mano al tecnico uscendo dal campo sull’1-1, come la fredda esultanza al gol vittoria di Icardi, è diventata un caso internazionale. Domenica, tra i pali c’era invece Donnarumma, dopo che mercoledì era toccato a Navas, per la prima di Champions, a Bruges. Alternanza d’obbligo tra due portieri che si considerano entrambi numeri uno. E quando non gioca va a chiacchierare col presidente Al Khelaifi. Per lui, al limite, parla Raiola: «Nessun duello con Navas: gioca Gigio». Chi è rimasto in campo da intoccabile fino alla fine è Mbappé, senza dare l’impressione di godersi il nuovo tridente, al di là dell’asssit per Icardi. Il campione del Mondo ha il contratto in scadenza e il Psg non vuole perderlo a zero euro. Nelle ultime settimane, il d.s. Leonardo ha ribadito come il francese sia al centro del progetto. Mandarlo in panchina complicherebbe una trattativa tutta in salita, vista l’intenzione dell’attaccante di trasferirsi al Real Madrid da svincolato. Pochettino ne dovrà tener conto.