Predestinato. Questo è l’aggettivo che molti associano a Pio Francesco Esposito, giovane attaccante dello Spezia che sta attirando l’attenzione del panorama calcistico europeo. Con numeri straordinari, Esposito si colloca tra i pochi calciatori nati dal 2005 in poi ad aver raggiunto la doppia cifra di marcature nelle ultime due stagioni nei maggiori campionati europei e rispettive seconde divisioni.
Nella sua intervista a Tuttosport, il bomber aquilotto racconta una stagione che considera la più importante della sua carriera. Tra aneddoti personali, come la passione per il calcio nata nei campetti di Castellammare, e grandi sogni, come una chiamata in Nazionale maggiore, emerge il profilo di un ragazzo determinato e legato ai valori della famiglia.
Ecco le sue parole:
«Una stagione così l’avevo quasi prevista. Lo scorso anno, mentre andavamo in pullman allo stadio per Spezia-Venezia ultima di campionato, dissi a Candelari, ‘oggi segno, ci salviamo, resto qui e facciamo grandi cose’. Ha funzionato. A volte si fanno considerazioni frettolose nel calcio. Avevo 18 anni, criticarmi era la normalità. In pochi vedevano il lavoro di tutti i giorni. Poi la squadra era diversa, non era quella dominante di ora».
Poi è passato a raccontare qualche aneddoto di quando era piccolo e viveva ancora a Castellammare. «Al rione Cicerone avevano quel rettangolo ed io passavo più tempo lì che a casa. Mia nonna doveva scendere e rincorrermi per portami a casa. Lì avevo i miei amici, quelli che ho ancora oggi, con i quali vivo».
Passando alla famiglia, Pio ha voluto parlare dell’importanza che ha avuto suo padre nella sua vita: «Ha avuto un pregio che gli riconoscerò sempre: non si è mai perso una partita, è stato anche critico. Ma quando ci ha voluto correggere, lo ha fatto in privato».
Deve tanto anche a Giuffredi, che come agente ha sempre pensato alla migliore mossa per la sua crescita, pensando a lui e alla famiglia. Anche con i fratelli c’è un grande rapporto, con Salvatore dice di parlare di calcio ad ogni ora. «Sebastiano mi ha chiamato dopo la rete al Sudtirol dicendomi ‘che c**o, quest’anno segni ad occhi chiusi’ riferendosi al rimpallo su Masiello che mi ha favorito. Forse ha ragione, lo scorso campionato la palla avrebbe preso tre pali, ballato sulla linea e sarebbe uscita».
In chiusura, ha parlato dell’importanza che ha avuto per lui e per lo Spezia quella rete segnata contro il Venezia all’ultima giornata. «Quella sera forse è cambiata la stagione e il mio calcio, è stato un 2024 stupendo ed ancora non è finito. Anche con l’Under 21. Tutte le considerazioni vanno al di là dai gol». Concludendo con il sogno di portare lo Spezia in Serie A, «anche se la strada è ancora lunga e la stagione piena di variabili».