Gazzetta dello Sport, prossimo avversario: “Lazio Champions style: «Vai, Simone ce la fai!»”

“Nel segno del gol. Sono 26 quelli realizzati dalla Lazio di Inzaghi. La formazione biancoceleste non segnava così tanto dal campionato 2002­03, quando però dopo 13 giornate si registrava un bottino di 28 gol. Il paragone con quella Lazio nutre e consolida i progetti d’alta classifica per la formazione di Inzaghi. Al termine di quel campionato venne centrato il quarto posto che garantì il salto in Champions (ok il playoff col Benfica). Un precedente che diventa di buon auspicio per la stagione laziale. In questo senso diventa interessante cavalcare il paragone attraverso due protagonisti di quella Lazio, il centrocampista Stefano Fiore e l’attaccante Bernardo Corradi, entrambi ora opinionisti televisivi. Ma in quella squadra allenata da Roberto Mancini c’erano anche due pilastri della Lazio attuale: tra i pali, Angelo Peruzzi, ora club manager, e in attacco proprio Simone Inzaghi. E dal tecnico che si sta proponendo come una rivelazione sul palcoscenico della serie A parte l’analisi dei due ex. Con una doppia ammissione in piena sincerità. «Allora, sinceramente non avrei creduto che Simone diventasse allenatore anche se si faceva notare per la sua professionalità», dichiara Fiore. E Corradi precisa: «Era difficile immaginarlo, ma era sempre attento, preparato e pieno di passione. Ricordo che conosceva tutti i giocatori: compresi quelli di Serie C…». SUPER SIMONE Tanti elogi al tecnico per il lavoro che sta svolgendo. «Bravo anche per il modo come sta gestendo la squadra in una stagione cominciata tra tante difficoltà. Preziosa la sua conoscenza dell’ambiente. In questo senso la Lazio può essere definita una sorpresa, ma è anche vero che ha giocatori di valore a cominciare da Anderson, Keita, Immobile, Biglia, Parolo e De Vrij. Sicuramente, Inzaghi sta dimostrando come in Italia ci siano dei tecnici in grado di far bene se riescono ad avere l’occasione giusta. È il caso di Simone che è appena arrivato in A ma anche di Di Francesco che da anni protagonista», sottolinea Fiore. Corradi precisa: «La Lazio gioca bene, ha elementi di grande qualità, ma tra i vari meriti di Simone metterei anche una ritrovata solidità in difesa, reparto che nel campionato scorso aveva dato molti problemi». IL CONFRONTO Come era quella Lazio 2002­03 che segnava a raffica? Fiore ricorda: «Giocavamo col 4­4­2. Mancini ci diede una mentalità molto offensiva. In mediana avevamo gente come Simeone e Stankovic. In difesa Mihajlovic e Stam. Un gruppo con tanta personalità, ma pure molto unito». Stava finendo l’era Cragnotti e la Lazio entrò nel tunnel dei problemi societari che portarono nell’estate 2004 al passaggio del club a Claudio Lotito. «Ne risentimmo di quelle situazioni e sul campo i risultati cominciarono a mancare nella seconda parte della stagione». Il primo dicembre 2002 quella Lazio salì in testa alla classifica. «A Piacenza subimmo due gol, poi segnarono Simeone e Lopez. Il mio gol in pieno recupero diede la vittoria nella nebbia. Ma ricordo ancora quell’intervallo: Mancini si arrabbiò di brutto e aveva ragione…». VIA GIUSTA C’era un segreto in quella Lazio ritenuta l’ultima capace di lottare per lo scudetto che in quella stagione venne vinto dalla Juventus di Lippi? «C’erano veri campioni, ma soprattutto ci divertivamo anche negli allenamenti. Si era instaurato un bellissimo clima tra noi e l’ambiente…». Una situazione che richiama quella che si sta creando attorno alla Lazio di Inzaghi. Stefano Fiore sostiene: «Si vede che è un gruppo compatto e come noi vuol giocare all’attacco perché quella è la sua natura. Non a caso hanno segnati in 13, un primato in A». I due ex laziali evidenziano questo aspetto anche in riferimento alla formazione di domenica. «C’era in fondo un solo un difensore di ruolo, Wallace, che poi ha pure segnato…». E la Champions può rientrare tra gli obiettivi? Corradi confida nelle qualità di Inzaghi. «Questa Lazio può lottare per quel traguardo, ma il campionato è troppo lungo. Mi dà fiducia Simone che vede il percorso partita dopo partita. È quella la strada per andare lontano».”. Questo quanto si legge su “La Gazzetta dello Sport”.