Profumo di Rosa, Brandaleone: “Sonzogni, professore di calcio e anche… Casanova”
È dei giorni scorsi un’intervista «speciale» di Antonio Conte al quotidiano francese L’Equipe. Un’intervista in cui il tecnico dell’Inter spiega, tra l’altro, le regole che suggerisce (sarebbe difficile imporle) ai suoi calciatori in materia di sesso. «Rapporti brevi, poca fatica, la donna deve stare sempre sopra». Ci sarebbe da dire che Conte è proprio un romanticone. Non sappiamo, scrive l’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”, ovviamente quanta considerazione i nerazzurri diano alle disposizioni del proprio allenatore, ma il semplice fatto di volere suggerire regole di comportamento rafforza l’idea che il sesso venga ritenuto dagli allenatori un forte ostacolo alla forma fisica. Non sappiamo quanti tecnici sottoscriverebbero le regole di Conte, siamo però quasi certi che Giuliano Sonzogni non lo avrebbe fatto, lasciando liberi i suoi calciatori di vivere in libertà sotto le lenzuola, senza ovviamente eccessi. Lo diciamo perché l’ex tecnico del Palermo aveva
(e possibilmente lo ha ancora) un altissimo concetto del mondo femminile. E dunque mai avrebbe imposto rapporti a tempo… determinato e senza fantasia. Le donne, insieme al calcio, sono sempre state la sua grande passione e non ne ha mai fatto mistero. Del resto poteva permetterselo: non era sposato, non aveva legami fissi e pertanto poteva vivere senza ipocrisie. Cosa che non sempre è accaduta tra gli allenatori, a Palermo come a Bolzano. Molti i gossip, le relazioni clandestine di chi cercava e trovava consolazione per la distanza dalle famiglie. Sonzogni, classe 1949, aveva tutto il diritto di essere libero e di vantarsi un po’ delle sue conquiste. Allenò il Palermo nella stagione 2000-2001, durante la gestione Sensi. Fu esonerato a due giornate dalla fine dopo il pari (2-2) con l’Andria ed Ezio Sella condusse i rosa alla promozione in Serie B. Ma quella promozione porta principalmente la firma di Sonzogni chiamato il «professore». Professore di calcio perché aveva idee avanzatissime e perfino la Juve gli propose un contratto per il settore giovanile, professore di cultura in quanto in possesso di tre lauree e infine professore di «ars amatoria» perché coltivava quasi religiosamente la sua passione per il gentil sesso. Dietro i suoi occhiali da sole, che usava anche di notte, riusciva a valutare la qualità delle donne che si avvicinavano alla panchina e un po’ come i marinai aveva «amicizie» in varie città d’Italia. Consolidate soprattutto a Siracusa, dove aveva allenato nel 1995 lasciando un segno profondo. Portò infatti un club quasi al fallimento ai play-off per la B, pagò lui stesso le ultime trasferte e poi chiese di essere esonerato rinunciando a tutto quanto gli era dovuto. Era così Sonzogni, ricco di famiglia, poeta del calcio e Casanova per passione. A Palermo si fece apprezzare per il gioco che proponeva, non sempre applicato alla perfezione da una squadra forte tecnicamente ma con modesto spirito di sacrificio. Ma piaceva per la sua personalità, per la sua coerenza e per come si esprimeva. Non lesinava storie di conquiste, indicava i migliori locali dove «rimorchiare» in Val Brembana, cercando di abbinare per quanto possibile i due grandi amori della sua vita. Appunto il calcio e le donne. Chi ne faceva specialmente le spese era il segretario del club rosanero, che dovendo scegliere gli alberghi per le trasferte della squadra riceveva spesso «indicazioni» dall’allenatore in base alle sue amicizie in zona. Meglio ancora se l’accesso alle camere dell’albergo era lontano da occhi indiscreti.