Pres. Pisa: «Situazione Reggina simile a quella al nostro arrivo. Noi prendemmo -4 e pagammo l’IRPEF»
Il presidente del Pisa Giuseppe Corrado è intervenuto in conferenza stampa parlando di tanti argomenti, tra i quali la situazione della Reggina.
Ecco le sue parole:
«La maniera virtuosa per poter sviluppare il valore sportivo è attraverso il valore della società, le iniziative, e questo è ciò che non abbiamo mai lesinato nel nostro lungo percorso. La maggior garanzia per città e tifosi è quella di avere una società forte. Il risultato sportivo è solo una conseguenza e non un obiettivo. Il centro sportivo è un riferimento importante. Abbiamo avuto l’occasione di rilevare dei terreni molto vicini allo stadio che non erano immaginabili qualche anno prima e ci hanno fatto crescere anche nelle nostre prospettive. Precedentemente valutavamo di rilevare centri sportivi attigui alla città, ma dal momento in cui si è liberata questa possibilità abbiamo capito che avremmo costruito a Gagno la nostra casa. Quando siamo arrivati avevamo solo 3 squadre, tra giovanili e prima squadra, oggi ne abbiamo 17 con 3 squadre femminili e una squadra di quarta categoria. Abbiamo creato valore attraverso i giovani. Quello che sorgerà sarà un centro sportivo d’eccellenza in Europa. Dopo il centro sportivo cercheremo di avere uno stadio adeguato alla città e ai tifosi. I tifosi del Pisa vivono l’Arena Garibaldi con grande affetto, ma allo stato attuale non offre spazi a tutti quelli che lo richiedono. Il centro sportivo diventerà la nostra casa, ma anche quella dei nostri partner e sponsor per coinvolgerli in grandi iniziative. Chi ha investito nel Pisa ha avuto sempre feedback e riscontri positivi. Faccio un elogio a Marco Aceto e all’organizzazione commerciale».
«Quest’anno abbiamo battuto il record nell’ambito della raccolta, superando due milioni di euro di sponsorizzazioni, pur tra molti limiti. All’estero sono tutti molto più avanti di noi, forse in Italia abbiamo trascurato un po’ l’aspetto infrastrutturale. Il calcio, da essere gioco attrattivo è diventato industria, e questo aspetto a livello nazionale non è stato adeguatamente implementato. Tutto ciò che è successo nel calcio oggi in Italia è la rincorsa di non aver fatto abbastanza. Bisogna avere piani economici e se la una società è sana si crea valore, creando i presupposti anche per far bene quando il risultato sportivo non lo permette. Il marchio del Pisa era forte, ma si era appannato negli anni. Oggi invece si parla molto di Pisa e forse anche lo sport, la squadra, gli investitori, creano quell’interesse e quell’entusiasmo attorno al brand. Io e Knaster non siamo di Pisa, ma vogliamo fare bene per il bene di Pisa. Ecco perché dobbiamo continuare ad essere alleati, anche tra chi la pensa diversamente politicamente. Caso Reggina? E’ una cosa che non fa bene al calcio. Nel caso in cui ci fossero regole che non dovessero essere rispettate. Ci aspettiamo che le regole vengano rispettate. Abbiamo chiesto che la Lega e la Covisoc illustrino la situazione e lo stato vero dell’arte, per capire come si stanno svolgendo i fatti, perché attualmente siamo un po’ perplessi. Uno dei principi sacrosanti è quello della lealtà sportiva. Mi è piaciuta molto la dichiarazione fatta a un convegno dal Ministro Abodi nei giorni scorsi, che ha dichiarato che manca oggi è il rispetto, delle regole, delle decisioni e della lealtà sportiva, ma anche delle società sane e per bene che si comportano in maniera giusta. Se poi chi si comporta bene dev’essere equiparato allo stesso modo di chi cerca scappatoie o si comporta male, allora c’è un problema. Non sappiamo qual è la vera situazione perciò è difficile esprimere un giudizio, ma sappiamo che le regole ci sono e vanno applicate. La Reggina è in una situazione non dissimile da quella in cui si trovò il Pisa al nostro arrivo. Noi pagammo con 4 punti di penalità e pagammo tutto, anche l’Irpef. La seconda cosa che non ci risulta dalle norme che conosciamo è il patteggiamento del Genoa. Se la federazione lo ha accettato ci sarà sicuramente qualcosa che non conosciamo».