Pres. Perugia: «Le colpe sono solo mie. Credevamo di andare in A quasi senza giocare»
«Essendo io il presidente di questa società, le maggiori responsabilità per questa situazione sono da ascrivere a me. Quando accadono certe cose, la colpa non è mai di uno solo. Assolvo Federico Giunti, lo abbiamo scelto insieme a Roberto Goretti con l’obiettivo di compiere lo stesso percorso fatto con Bucchi. Non abbiamo idea nemmeno noi di cosa stia accadendo alla squadra, dopo l’ottimo inizio ci siamo tutti convinti che potevamo andare in serie A quasi senza giocare. Abbiamo sbagliato, provando a metterci una pezza ma poi è successa una cosa non preventivata. Sono sicuro che anche chi ha buttato le pietre non si è svegliato la mattina per tirare le pietre. Ma la conseguenza è stata che abbiamo perso tutti la lucidità Io per primo. Sono d’accordo con quanto detto dai tifosi, io qui sono solo di passaggio. Potrebbe anche accadere di andare via dalla società a fine anno, ma non voglio lasciarla in una categoria inferiore. Chiedo solo di non creare confusione, non è vero che io voglio spaccare i tifosi. Mi viene da vomitare a pensare a certe cose scritte perché condizionano la gente, quelle persone sono da perseguire legalmente perché condizionano il comportamento degli altri. A volte la lingua fa più male di un colpo di arma da fuoco. I social vanno utilizzati con intelligenza, perché condizionano. Con il cambio di allenatore speriamo che si aggiusti la situazione. Ma se pensiamo che solo questo basterà ci sbagliamo ancora. Adesso pensiamo solo a salvarci». Queste le parole rilasciate da Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia, durante la conferenza stampa odierna.