Intervistato ai microfoni di “Ilcalciocalabrese.it” il patron del Castrovillari, Alessandro Di Dieco lancia l’allarme tra presente ma soprattutto e futuro: «La preoccupazione ora è la salute degli atleti e delle persone. Mentre squadre come Juventus e Inter hanno medici professionisti, hanno strutture e possono arrivare delle risposte, per un club dei dilettanti tutto questo è un’utopia. Il rischio è questo: se riprendiamo a giocare, può esserci qualche nuovo contagio e può succedere qualcosa di irreparabile. A quel punto le responsabilità di chi sarebbero? Fin quando non uscirà un vaccino che ci possa tutelare, far ripartire il calcio e tutti gli altri sport è quasi impossibile. Ovviamente c’è un discorso legato anche a tutto il resto: una situazione si dovrà trovare. Ma ad esempio su un calcio d’angolo dove i ragazzi sono tutti attaccati il rischio di contagio è alto. In una partita non avere il contatto fisico è quasi impossibile. Come si gioca, con le tute da sub, pinne, guanti e mascherine? È un momento difficile, anche sotto l’aspetto imprenditoriale. L’economia è bloccata, si sono persi centinaia di miliardi di euro. Siamo in serie difficoltà. Poi considerando anche che è a rischio la vita, il calcio oggi nel dilettantismo secondo me è un problema secondario: in questo momento è meglio non pensarci, visto quello che ogni giorno stiamo vivendo. Il calcio dilettantistico avrà serie ripercussione».