Pregliasco: ” Virus in Italia da dicembre. Polmoniti sospette…”

“È facile, a posteriori, disquisire su cose che si sono costruite durante l’emergenza. Le ipotesi all’epoca più accreditate facevano pensare che il virus potesse arrivare dall’epicentro cinese: credo che il ministero abbia emesso una nuova circolare dopo cinque giorni per concentrare lo sforzo epidemiologico e laboratoristico. Probabilmente c’era l’esigenza di convogliare le energie su bacino più piccoli di possibili casi di infezione. Assolutamente sì. In Lombardia c’erano 20 mila persone che, ogni settimana, arrivavano da Wuhan su voli diretti. Senza considerare il resto delle triangolazioni aeree che portavano persone dalla Cina in Italia. La commistione tra persone infette e residenti lombardi è possibile ci sia stata almeno da dicembre. Sono parecchi gli studi fatti e altre ricerche in via di sviluppo. Sappiamo per certo che già nel 2019 a Torino e a Milano sono state trovate tracce di Rna virale nei liquami. Tracce individuate, sempre a dicembre, anche nel siero di alcuni donatori del Policlinico di Milano. Io credo che sia stato fatto il possibile. Non mi piacciono questi ragionamenti, “con il senno di poi”, quando si tratta di una materia così difficile, un virus che ancora oggi non conosciamo pienamente. C’erano degli elementi di anticipazione di quell’iceberg che si è rivelata l’epidemia in Italia. Ricordo che, in Lombardia, venivano portati in ospedale solo i pazienti più gravi e gli altri restavano a casa: bisogna rendersi conto di che tsunami è stato prima di giudicare. Ripeto, è facile a posteriori. Anche nell’ospedale in cui lavoro la guardia era bassa, lo ammetto. Le pandemie e le emergenze precedenti, come l’H1N1 del 2009, l’ebola, si sono manifestate in una forma meno distruttiva per il sistema sanitario. Sì, non eravamo preparati con i dispositivi di protezione individuale, ma ogni epidemia dilaga con meccanismi diversi e non saremo mai preparati fino in fondo. Forse, dopo il Covid, gli ospedali immagazzineranno più scorte di dpi. Per il resto, la natura ci metterà sempre davanti a qualcosa che non conosciamo”. Queste le parole del virologo, Fabrizio Pregliasco, rilasciate ai microfoni di “Open.it” in merito all’emergenza Coronavirus.