In questo momento la pandemia è in corso e il Covid-19 sta andando avanti. Non è finito nulla. Certo, è una guerra di trincea, fortunatamente con meno morti di prima, e il virus si muove nel sottobosco. L’estate ha creato condizioni ambientali e di distanziamento sfavorevoli al contagio, ma l’autunno e l’inverno comporteranno sbalzi termici e l’azione convergente di altri virus influenzali. Teniamo alta la guardia”. Così il virologo Fabrizio Pregliasco, intervenuto su L’Avvenire. “Sarà necessario imporre il vaccino dell’influenza? “Non so se sarà possibile ‘imporlo’, ma sarebbe sensato farlo perché risolverebbe il problema della diagnosi differenziata: ci saranno migliaia di influenzati, in assenza di una vaccinazione di massa dovremmo isolarli tutti”, è il parere del virologo. “Non avremo ancora un vaccino per il Covid-19? Lo escluderei, anche se si procede rapidamente. Servirà un anno e mezzo per le verifiche e l’industrializzazione, anche se il programma italo-inglese si basa su una tecnologia consolidata”, ha aggiunto. “Come bisogna gestire la situazione nell’attesa dell’inverno? “Ripeto: il virus circola ancora, anche se sottotraccia, si presenta in forma lievi e probabilmente esiste una quota molto alta di asintomatici. Ma circola. Anche perché siamo diventati meno attenti e ci sono casi di importazione legati ai viaggi aerei. Bisogna proseguire nel monitoraggio, soprattutto negli ambienti di lavoro a rischio, come dimostra il caso dei macelli tedeschi, dove bassa temperatura, umidità e affollamento degli operatori hanno creato degli importanti focolai. Lo stesso può avvenire da noi, soprattutto in quelle aree dove si lavora in condizioni di scarsa sicurezza”, risponde il virologo.