Prandelli: «Il Brescia mi ha fatto un’ottima impressione»

FLORENCE, ITALY - JANUARY 13: Cesare Prandelli manager of AFC Fiorentina gestures during the Coppa Italia match between ACF Fiorentina and FC Internazionale at Artemio Franchi on January 13, 2021 in Florence, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Intervistato da “BresciaOggi” Cesare Prandelli ha parlato in merito alla B e in particolar modo si è espresso sul Brescia.

Ecco le sue parole:

«Questo Brescia mi ha dato un’ottima impressione. Ho trovato una squadra molto equilibrata, ordinata, che ha fatto quel che doveva. Bisogna rendere merito a Gastaldello, che sta lavorando bene. Il Brescia non ha mai sbandato di fronte al Venezia, che aveva il compito facilitato dal fatto di giocare da tempo con lo stesso allenatore, con la stesa rosa e con gli stessi concetti. Si vede ad occhio nudo la differenza rispetto allo scorso campionato. Innanzitutto, l’incidenza di chi subentra. I cambi sono sempre migliorativi. E anche la partecipazione della panchina: tutti stavano vivendo appieno ciò che stava avvenendo in campo. Nella stagione passata mi capitava di vedere che quelli non in campo sembravano distratti, senza badare a ciò che stesse succedendo. Col Venezia, invece, ho visto una buona partecipazione e anche questo è merito di Gastaldello. Al di là dei problemi extra calcio, la fortuna dell’allenatore e dei giocatori è avere tutti i giorni i palloni e un campo. Loro devono pensare a lavorare, non a quello che può accadere nel futuro. L’eventuale messa in vendita della società, le trattative, non possono condizionare una gara o una stagione».

«È necessario attendere 2-3 partite per capire se non si tratta di un fuoco di paglia. Se da continuità a questo bell’avvio, possiamo dire che il Brescia c’è. Essere l’ultimo CT ad aver raggiunto i mondiali non è un bel record, davvero. Il primo guaio è che non ci sono più gli oratori, le strade, i campetti improvvisati dove potevi giocare liberamente. Adesso si inizia dalle scuole calcio e mi sembra che fin da piccoli i ragazzini vengano troppo ingabbiati. Abbiamo perso l’estro, la fantasia, la capacità di leggere il talento individuale, di indirizzarlo. Sono tutti bravi a impostare una base di organizzazione globale, manca il resto: la tecnica individuale, la fantasia, l’imprevedibilità e alla fine il calcio è questo. Un giocatore che ha queste doti è Bianchi, sicuramente. Ha qualità interessanti: ha buona corsa, nell’uno contro uno non ha paura di affrontare l’avversario, di dribblarlo e lo dribbla sempre verso la porta. Il calcio senza pubblici è deprimente, è come se mancasse l’anima. I tifosi sono l’anima di questo sport. Senza tifosi allo stadio, il calcio non ha futuro. E la piazza di Brescia ha tutto per un grande salto di qualità a livello calcistico. Cellino ha sempre fatto calcio a modo suo e continuerà a farlo così. Ha avuto grandi risultati a Cagliari, voleva replicare questo modello a Brescia. I presidenti possono essere giudicati solo dai risultati. Ai tempi di Corioni ho avuto la possibilità di allenare il Brescia. È successo 3 volte, ma avevo già firmato con Verona, Venezia e Parma. Con Corioni ho sempre avuto un bellissimo rapporto, ci sentivamo spesso, ci si confrontava anche sui giocatori. Una persona di grande spessore. Quando ho avuto il problema con mia moglie, mi ha chiamato subito, è venuto a casa mia, mi ha consigliato la strada di Bologna e di Parigi. Mi è stato molto vicino».