Povero Palermo, che pena mi fai
Nuovo allenatore, investimenti sul mercato senza sacrificare i big e nuovo entusiasmo: a inizio stagione c’erano tutti i presupposti per ritenere il Palermo una delle favorite di questa Serie B. E la vittoria in Coppa Italia in casa del Parma aveva fatto intravedere qualcosa di buono. Pochi giorni dopo, però, a Brescia arriva il ko all’esordio in campionato e, mese dopo mese, fino ad arrivare a oggi, il Palermo si ritrova al 12º posto con 21 punti dopo 18 giornate, in una classifica molto corta che vede i rosanero a soli 3 punti di distacco dalla zona playout e a 2 punti di distanza dall’ottavo posto dei playoff che, per via della fuga delle prime tre, potrebbero addirittura non disputarsi.
“Povero diavolo, che pena mi fai”: recita così la nota canzone di Riccardo Cocciante in “Bella senz’anima”. E questo Palermo è sicuramente senz’anima ma poco bello. Ieri pomeriggio, in casa del Sassuolo, i rosanero hanno sì tenuto testa alla capolista, condannandosi nuovamente per via di episodi e disattenzioni singole clamorose, ma allo stesso tempo non possono essere soddisfatti dopo aver messo a segno la terza sconfitta di fila. Quest’anno i numeri non danno ragione a mister Dionisi: i siciliani, infatti, non hanno nemmeno vinto due partite di fila, non hanno mai trovato la via della continuità e faticano a essere una vera e propria squadra costruita per lottare per le prime posizioni.
Gli unici a salvarsi, sicuramente, sono i numerosi tifosi che seguono la squadra sia in casa che in trasferta. Ieri, a Reggio Emilia, nonostante alcuni fattori come il caro-voli, gli ultimi risultati e le festività natalizie alle porte, il settore ospiti ha registrato la presenza di circa 700 sostenitori rosanero. Gli stessi che, come avvenuto contro il Catanzaro, hanno rivolto cori di contestazione verso la dirigenza e Alessio Dionisi.
Nel post-partita il tecnico rosanero ha ammesso di avere le sue responsabilità e si può essere d’accordo con lui quando afferma di non essere l’unico responsabile. Al centro delle contestazioni, l’ex tecnico del Sassuolo paga anche la politica societaria del City Group, che non permette ai dirigenti di confrontarsi con la stampa e, allo stesso tempo, di comunicare con l’esterno. Una politica discutibile, soprattutto in un momento così delicato, in cui l’unico a metterci la faccia è proprio l’allenatore, che viene così dato in pasto alle critiche. Poi è anche vero che tutto ciò non giustifica i demeriti sul campo, dove il Palermo non concretizza alcuni episodi e regala gol agli avversari come se fosse sempre Natale. E ovviamente non può essere un alibi appellarsi alla sfortuna, ai “se” e ai “ma” se in diciotto giornate questa squadra fatica a girare e a consolidarsi.
Il girone di andata sta per concludersi e giocatori, tecnico, staff e dirigenza sono chiamati a un vero bagno di umiltà e soprattutto a una profonda riflessione e a una maggiore chiarezza: questa piazza merita di più e, anche con l’aiuto del mercato di gennaio, tra entrate e uscite, bisogna fare il possibile per approcciare il girone di ritorno in maniera molto diversa e per onorare la maglia.