Potenza, il presidente Caiata: «Club consegnato al presidente della Regione e al sindaco» (VIDEO)
Intervenuto in conferenza stampa, il presidente del Potenza Salvatore Caiata ha dichiarato di aver riconsegnato la squadra nelle mani del presidente della Regione Basilicata e del sindaco della città. La squadra, che nella scorsa stagione ha militato nel Girone C di Serie C, il prossimo anno potrebbe giocare in quello del Palermo. Ecco qui di seguito le parole del presidente.
«Carlos Franca è stato la bandiera di questa squadra e la responsabilità che si è preso non può sminuire e macchiare il contributo di questi anni. Se abbiamo giocato quella partita lì, è anche merito suo che ci ha portato. Anche Baggio ha portato l’Italia in finale dei Mondiali e poi ha sbagliato il rigore. Non era detto che segnando avremmo passato il turno. Peccato perché siamo arrivati a un soffio dalla semifinale. Rimane l’orgoglio di una squadra che seppur con mezzi limitati rispetto alle altre, se l’è giocata alla pari con grandi società, grandi piazze che hanno strutture, organizzazione. Da ottobre abbiamo iniziato a chiedere risposte sul nostro destino calcistico, alle istituzioni, che tipo di approccio volevano avere rispetto al progetto del Potenza. Come è stata accolta ieri la squadra la dice tutta sul senso di appartenenza di questa comunità. Le nostre attività sono state condizionate dal Covid. Noi abbiamo riconsegnato la squadra nelle mani del presidente della Regione. In tre anni non abbiamo mai chiesto niente a nessuno. Da qualche mese abbiamo chiesto aiuto, le regioni e lo stato aiutano le aziende in crisi. Nella scorsa stagione il Potenza ha fatturato 270mila euro nei playoff, quest’anno zero, con gli stessi costi p anche più alti. A maggio avevamo detto che non ci saremmo tirati indietro, per non far scomparire il progetto, però abbiamo chiesto aiuto. E l’aiuto è arrivato solo da 400 persone che hanno sottoscritto un abbonamento al buio, dei quali metà sono lucani che vivono fuori la Basilicata. Anche tesserando tutti al minimo, servono due milioni di euro per una squadra. Abbiamo zero entrate e oggi non siamo in condizione di farlo. Noi da tre anni viviamo solo per il Potenza, io in tre anni non ho praticamente visto mai mio figlio. Ma l’affetto che abbiamo ricevuto è la miglior ricompensa. Se oggi abbiamo una colpa è quella di non avere le disponibilità economiche da mettere in questo progetto. Non manca certo la voglia e la determinazione, anche stando 24 ore al giorno qui dentro, stando qui il triplo del tempo. Questa è una scelta molto sofferta ma per correttezza dobbiamo dire alla piazza che non possiamo spendere queste cifre. Rimettiamo quindi la squadra nelle mani delle istituzioni, nella speranza che trovino qualcuno che abbia questa disponibilità e che porti avanti questo progetto. Noi siamo disponibili al 100%, se qualcuno ci chiedesse di continuare a fare la nostra parte ci proveremo, ma da soli non ce la facciamo. Noi riconsegniamo una squadra senza un euro di debiti. Abbiamo comunicato questa volontà al presidente della FIGC e della LEGA Pro. Sono rimasti allibiti in quanto noi siamo un esempio di corretta gestione aziendale. In genere i presidenti riconsegnano la squadra con i debiti, noi lo stiamo facendo senza un euro di pendenze. Già la settimana scorsa abbiamo adempiuto alle scadenze e la prossima completeremo il pagamento dei pochi stipendi di maggio che mancano. Questa è una società pulita, trasparente. Abbiamo riconsegnato la squadra al presidente della Regione e faremo lo stesso col sindaco. Noi abbiamo provato a fare squadra con la comunità, ma la squadra l’hanno fatta solo le persone con il loro affetto. Capisco il dispiacere umano, queste dimostrazioni di affetto ci rendono ancora più dolorosa questa scelta. Però a maggior ragione dobbiamo essere trasparenti e dire le cose come stanno. E non possiamo rischiare che domani mattina noi non avevamo i mezzi e siamo andati avanti lo stesso penalizzando la piazza. Tutto si può dire ma non che vogliamo il male del Potenza. Egoisticamente andremmo avanti. L’unica debolezza è quella economica, investire nel calcio quando ci sono famiglie che non percepiscono lo stipendio è estremamente complicato. Spero che il sindaco e il presidente della Regione trovino qualcuno che porti avanti questo aggregatore sociale che è il Potenza calcio. Abbiamo acquisito considerazione a livello nazionale, a dimostrazione che la nostra idea di calcio è senz’altro valida. La grande percentuale di vittorie è merito della sinergia che si è creata tra squadra, staff, società e pubblico, le componenti per creare un gruppo vincente. In Serie C non esiste sostenibilità e non è cambiato niente. L’anno prossimo più degli altri ci saranno squilibri tra spese e guadagni. Sarà anche l’occasione buona per capire se questa comunità vuole veramente che questo progetto sportivo vada avanti. A parte le belle parole che abbiamo sentito pronunciare nei nostri confronti, non ci sono mai stati fatti. Chi ci ha dichiarato amore lo dimostri concretamente. Non posso non intervenire polemicamente sulla questione stadio. Quando mesi fa abbiamo avanzato la necessità di strutture sportive che servivano, oggi piangiamo sulle occasioni perse. Se avessimo imboccato un’altra strada, oggi ci sarebbe lo stadio in costruzione. Avete visto che stadio hanno e che sponsor hanno a Reggio Emilia. Forse non eravamo pazzi visionari ma siamo stati oggetto di offese. Quel passaggio avrebbe creato una situazione di sostenibilità diversa che oggi non abbiamo. Sono sicuro che il sindaco voglia tenere in vita questa realtà e che si prodighi al meglio. Non posso credere che una città capoluogo di regione non trovi le risorse per reggere un campionato di Serie C. Altrimenti significa che non siamo in grado di andare oltre la Serie D. Abbiamo provato a contattare tutti, non abbiamo avuto neanche il piacere della risposta negativa, abbiamo avuto solo il silenzio. Il valore sociale dell’impresa in Basilicata è sconosciuto, si guarda solo al valore economico. Chi in un territorio lavora deve capire che quel territorio va sostenuto, va animato, stimolato. Il Potenza ha stimolato il consumo. Qua c’è il valore sociale di una fede sportiva ma anche il valore economico di un’impresa che in tre anni ha messo insieme quasi cento persone che col Potenza lavorano. Se dovesse servire, possiamo restare fino a ottobre per permettere di subentrare a qualcun altro».
In basso il video della conferenza.