È una furia il direttore generale del Potenza, Manuel Scalese, al termine della gara persa dai lucani al “Viviani” contro il Catania 0-1. Ecco le sue parole in conferenza stampa:
«Purtroppo siamo qui a registrare l’ennesima sconfitta. Siamo sempre qui a metterci la faccia perché sputiamo sangue. Facciamo sacrifici per permettere a questi ragazzi e staff tecnico quanto più serenamente di focalizzarsi sul rettangolo di gioco, ma oggi siamo qui a registrare l’ennesimo atteggiamento prevenuto della terna arbitrale. Non vorremmo parlare di arbitri o trovare alibi a questa squadra, non vogliamo trovare giustificazione. Sarebbe troppo facile additare l’arbitro come l’unica colpa dei mancati punti racimolati dal Potenza Calcio, però adesso siamo qui a dire basta perché non è possibile che nell’arco dei 90’ nel duello costante tra Cianci e Silvestri l’arbitro abbia sistematicamente fischiato il fallo a favore della formazione etnea, soprattutto nell’occasione del gol della formazione ospite, a mio modesto parere. Forse il fallo è al contrario: di Welbeck su Cianci lanciato a rete, a metà campo, in evidente ripartenza e non viceversa. Forse per la diversa fisicità tra i due calciatori l’arbitro può aver dedotto che sia stato il nostro attaccante a commettere fallo, ma se uno si basasse solo su questi parametri probabilmente sarebbe il caso di fare un altro mestiere.
“Quello che vogliamo è il rispetto. Siamo stufi di registrare questi atteggiamenti. Non ultimo l’espulsione del nostro presidente che era seduto sulla panchina aggiuntiva, non so cosa abbia segnalato il quarto uomo. Noi siamo qui per lanciare un messaggio ai nostri tifosi: la partita di mercoledì contro il Monopoli sarà una finale, andremo li per buttare e sputare sangue e onorare questa maglia e cercare di regalare un Natale e delle festività serene ai nostri tifosi, che lo meritano e ci hanno sempre sostenuto, soprattutto nei momenti di difficoltà. Daremo tutto, con l’obiettivo e la speranza di uscire con un risultato a nostro favore.
L’altro messaggio che lanciamo alla FIGC e all’AIA: non deve essere una giustificazione, non deve essere una scusa, però ora basta. Perché noi lavoriamo, non voglio annoiarvi ripetendo gli stessi discorsi. Qui si fanno sacrifici. Affrontare il Covid è un conto, programmare una stagione col Covid, sapendo di non poter contare dal primo giorno su incassi, sul contributo (vedi i nostri sponsor) è forse una missione impossibile. Se c’è qualcuno che ha già deciso che il Potenza deve retrocedere, ce lo facciano sapere. Ma noi siamo stufi, perché vogliamo ricordare al palazzo del potere che noi siamo il bel volto di questa categoria, abbiamo dimostrato che alle spalle dei nostri grandi risultati c’è stata sempre educazione e rispetto, quindi adesso alziamo la voce e i toni. Prima che possa morire e prima che sia troppo tardi invitiamo le istituzioni e il tessuto imprenditoriale a salvare il Potenza Calcio. Dobbiamo stringerci e mandare un messaggio di fiducia ai nostri ragazzi. Dobbiamo salvare questa squadra».