Ex calciatore e vice allenatore rosanero, ai tempi di De Zerbi, Possanzini è riuscito in questa stagione a portare il Mantova in Serie B. La filosofia del tecnico non è lontana da quella dell’allenatore adesso al Brighton e lo stesso Possanzini ha ammesso come la sua presenza abbia influito in un intervista a Cronache di Spogliatoio.
«Sono un attaccante: mi viene naturale voler tenere la palla e giocare dal basso. E si può fare in Serie C. Certo, l’influenza di De Zerbi ha inciso. Ho fatto un paio di video emozionali in stagione. Alla prima giornata ho raccolto videomessaggi di fidanzate, mogli, genitori e li ho mostrati ai miei prima di scendere in campo. Alla prima di ritorno ho scelto una musica che mi piaceva e l’ho messa come sottofondo a tutti i gol dell’andata. In assoluto mi piace essere autentico ed evitare non detti. Spesso apro la porta dello spogliatoio e dico quello che mi viene al momento: al giocatore arriva il tuo modo di essere».
«Quando abbiamo perso per via dell’uscita dal basso, la società mi ha sempre difeso. L’allenatore non fa nulla da solo. Cos’altro ho portato? Dalla Serie A ho importato la nostra camera tattica con il grandangolo che riprende le partite. Ovviamente filmo tutti gli allenamenti con il drone. Il direttore ha fatto una scrematura di giocatori adatti alla mia filosofia, poi li abbiamo visti tutti insieme io e lui. È stato un passaggio fondamentale. Da calciatore il mio momento più bello è stato il mio gol a San Siro. Pirlo lo ammiravo in allenamento quando batteva le punizioni e sono onesto: non capivo mai quando era serio e quando scherzava. È un ottimo allenatore, ogni tanto lo sento e sono contento del suo cammino».