Pop Palermo Tedino, un primato tra calcio e musica: «Con Zamparini si canta la Serie A»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha realizzato una lunga intervista a Bruno Tedino dove il tecnico rosanero si è raccontato a 360°. Ecco tutte le sue parole:
“Giornata di vento forte aPalermo. Le palme del lungomare di Mondello si piegano, le magnolie e i platani resistono. Come Bruno Tedino, che chiude tutti i bottoni del giubbotto di jeans, alza il bavero e infila le mani in tasca. È da luglio che va controvento. Dopo la retrocessione la città è contro Zamparini e ignora i rosanero, solo 6.000 gli spettatori in media alla Favorita. Ma la squadra non si sente sola e viaggia spedita. Il Palermo campione d’inverno riparte da La Spezia ed è la squadra da battere. Magari ora con il vento alle spalle.
Vero Tedino? «A noi interessava portare ottimismo in un ambiente deluso. Ancora non ci siamo riusciti, il termine è a fine campionato. La squadra però ha trovato la mentalità giusta».
È una bella responsabilità ripartire da campioni d’inverno. «Una sfida ulteriore, una difficoltà in più. Dobbiamo crescere, in campo e fuori».
La B ha vissuto un’andata spumeggiante, come sarà il ritorno? «Sarà un altro campionato, conterà fare il punto e non prendere gol».
All’inizio c’erano tanti debuttanti, lei compreso. Poi via via sono tornati i vari Aglietti, Breda, Castori, Cosmi e Colantuono. «I tecnici più esperti porteranno quella maturità che non tutti hanno, ma anche loro penseranno solo a vincere».
Il mercato stacambiando molte cose. «Non si sa mai quale sia la cosa più giusta da fare. Noi abbiamo premiato un gruppo che ha fatto un buon percorso». Avete ritoccato difesa (Fiore per Cionek) e attacco (Moreo per Monachello).
Basta così? «Intanto saluto Cionek: giusto che vada in A, ma siamo sicuri di avere le alternative. Monachello merita più fortuna, Moreo ci dà più possibilità tattiche. Altro non dovrebbe cambiare, anche se siamo corti sugli esterni (e infatti uno arriverà,ndr)».
Zamparini è contento? «Meglio chiederlo a lui: io di sicuro gli sarò sempre riconoscente perché ha puntato su uno sconosciuto».
Pur essendo vicini di casa in Friuli (Tedino abita a Pordenone, Zamparini ad Aiello: 75km) non la conosceva? «Io lo conoscevo perché nel 1995 a Venezia allenavo gli Allievi e lui era il mio presidente, poi lui ha sempre fatto A e B e forse ha seguito poco la C».
Come ha fatto a conquistarlo? Pare che sia stato folgorato dal suo Pordenone nei playoff con il Parma… «Ci siamo trovati due volte e parlato tanto di calcio, mi ha fatto un po’ di domande. Voglio sorprenderlo sempre. È la mia umiltà, non ho ancora fatto nulla».
Mangiare il panettone con lui è stato un successo: a Palermo ci sono riusciti solo Guidolin, Delio Rossi, Delneri e Iachini… «Fossi partito con questo pensiero sarei stato un perdente. Questa per me è una sfida, devo far vincere il Palermo».
Però una volta è stato esonerato da terzo alla vigilia dei playoff. Cosa accadde al Südtirol? «Un percorso straordinario, poi diversi infortuni e qualche punto perso. Fu una scelta inopportuna, forse se ne sono pentiti».
E invece come ha conquistato Sacchi, che l’ha chiamata nel 2013 per le giovanili azzurre? «Sono stato presentato da Viscidi, ci siamo visti a Milanello e abbiamo parlato di calcio e di idee. Dopo un’ora mi ha detto: “Benvenuto nel club Italia”, una grande soddisfazione conquistare uno come lui».
E’ stato il massimo arrivare alle Nazionali, oppure vincere è più gratificante? «Se conquisti una persona con la competenza, poi servono i fatti. Se hai valori li devi dimostrare. Nel 2015 abbiamo superato il primo turno all’Europeo Under 17 con Donnarumma, Locatelli e Cutrone e perso ai quarti contro la Francia che poi avrebbe vinto, ma ci siamo comportati bene».
Come fa ad allenare i 18 stranieri del Palermo senza interpreti? «Tutti ragazzi eccezionali, parlano bene l’italiano. I tre polacchi arrivati ad agosto già avevano imparato le cose fondamentali».
È vero che è così appassionato che tra Veneto e Friuli, dalla Prima categoria in su, non c’è giocatore che non conosca? «Dopo l’esperienza a Pistoia (finita nel 2007, ndr) sono andato a vedere le partite degli Amatori: avrei allenato anche loro, ho fatto centinaia di schede».
Con il Pordenone ha sfiorato la B facendo il 4-3-2-1, a Palermo è passato al 3-5-2: perché? «Mi sono adeguato e ho scelto il vestito giusto per questo modello. Ogni sistema di gioco ha il suo sviluppo, le idee restano quelle. Quando impostiamo partiamo dagli esterni e andiamo verso il centro. O il pressing: regaliamo il primo passaggio e poi andiamo ad aggredire. È importante il lavoro degli attaccanti, io preferisco costruire le squadre dall’attacco, non dalla difesa».
In carriera è retrocesso una volta (Sangiovannese) ed è stato esonerato tre (Südtirol, Novara e Pistoiese): non è ora di vincere? «Sono retrocesso con una squadra che aveva fatto un punto dopo 9 partite: mi hanno chiamato e abbiamo fatto benissimo, perdendo solo ai playout».
Ok, ma la promozione? «Non è un’ossessione, ho sempre centrato gli obiettivi». La strana vicenda del fallimento che incombe la preoccupa? «Mai sfiorati, siamo stati rassicurati dal presidente, ci basta».
Lei è scaramantico? «No. Ma ci sono delle verità, qualche persona che porta sfiga c’è…».
Vero che è astemio? Per un friulano una rarità: se arriva la A… «…un bicchiere di champagne lo berrò. Ma non lo farò volentieri, e non amo festeggiare».
Dopo il calcio, musica e cinema sono le sue grandi passioni: quale colonna sonora ha scelto per questo Palermo? «Siamo una squadra pop, amo Phil Collins: diciamo Another day in paradise».
E la sua canzone? «Follow you follow me dei Genesis». E’ vero che sul telefonino ha associato una canzone per ogni contatto? «Non tutti».
A Zamparini che canzone ha dedicato? «Torn di Natalie Imbruglia».
E ai giocatori? «Per loro no…».
A sua moglie? «Reality di Richard Sanderson, quella de Il tempo delle mele».
E quale musica suonerà il Palermo a La Spezia? «Niente musica, conta ritrovare lo spirito degli ultimi tre mesi».
Siete imbattuti in trasferta come Napoli e Barcellona. Felice? «Non ci ho pensato…»”.